L’incremento del rischio emorragico risulta simile se i pazienti con coronaropatie acute vengono trattati con aspirina o con l’inibitore del fattore Xa noto come rivaroxaban. Lo ha rivelato lo studio GEMINI-ACS-1, condotto su più di 3.000 pazienti, secondo cui questo risultato era costante anche…
LeggiCanale Medicina: Colesterolo & coronaropatie
Studio FOURIER: con Evolocumab rischio MACE ridotto del 20%
Ottimi risultati per lo studio FOURIER sugli outcome di Evolocumab, che ha coinvolto 27.564 pazienti. Questo studio ha stabilito, per la prima volta, che ridurre al massimo i livelli di C-LDL, oltre quanto già raggiungibile con la migliore terapia attualmente disponibile, conduce ad un’ulteriore…
LeggiAspettare a lungo prima del ricovero in UTIC non altera andamento della Sindrome Coronarica Acuta
Il tempo che intercorre tra l’ingresso al pronto soccorso e il ricovero presso l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica non determinerebbe un peggioramento nelle condizioni dei pazienti con sindrome coronarica acuta e senza sopraslivellamento del tratto ST all’elettrocardiogramma (NSTE-ACS). A dimostrarlo è stato un gruppo…
LeggiRecettore nucleare REV-ERB: ruolo nel metabolismo del colesterolo
L’attivazione del recettore nucleare REV-ERB determinerebbe la riduzione dei livelli di colesterolo LDL o ‘cattivo’. E il meccanismo sarebbe dovuto alla capacità di questo recettore di sopprimere diversi geni correlati alla regolazione del colesterolo. Lo ha dimostrato uno studio condotto da ricercatori della Saint…
LeggiInfarto: bassi livelli di colesterolo ‘buono’ mettono a rischio le persone più giovani
Non sarebbero solo gli alti livelli di colesterolo ‘cattivo’ a determinare un maggiore rischio di eventi cardiovascolari, ma anche i bassi livelli di quello ‘buono’ potrebbero evidenziare un rischio, soprattutto tra le persone più giovani. A spiegarlo è uno studio presentato alla 66a Scientific…
LeggiNuovo test sangue per individuare rischio eventi cardiovascolari
Le persone con alti livelli nel sangue di ceramidi, una classe di lipidi, avrebbero un rischio da 3 a 4 volte superiore di soffrire di eventi cardiovascolari, indipendentemente dai livelli di colesterolo ‘cattivo’, o LDL, o dalla presenza di ostruzioni nelle coronarie. É il…
LeggiColesterolo: le regole d’oro per tenerlo sotto controllo
Un italiano su 3 ha il colesterolo alto e che tra chi si sta curando per abbassarlo, gli obiettivi terapeutici vengono centrati da un maschio su 4 e da meno di una donna su 5. Si tratta di un problema, quindi, da non sottovalutare…
LeggiCoesterolo LDL: arriva in Italia evolocumab, primo anticorpo monoclonale
Più basso è, meglio è. È questo il mantra che non si stancano di ripetere gli esperti quando parlano di colesterolo LDL, quello “cattivo”. “A differenza della pressione o della glicemia, un colesterolo basso non provoca effetti collaterali”, chiarisce Francesco Romeo, Direttore della cattedra…
LeggiVariante genica COX-2 connessa a coronaropatia sinista ed esiti bypass
Le coronaropatie a carico dell’arteria coronaria principale di sinistra (LMCAD), un fenotipo particolarmente grave di coronaropatia, sono ereditarie, e sono associate a varianti geniche correlate al metabolismo delle prostaglandine. La COX-2, una sintasi fondamentale nella cascata delle prostaglandine, presenta un’elevata densità nelle lesioni arteriosclerotiche,…
LeggiEffetti del calcio su coronaropatie, infarto e fattori di rischio
Le meta-analisi degli studi randomizzati suggeriscono che il calcio possa avere effetti negativi sulle patologie cardiovascolari, per quanto si tratti di un assurto controverso. Uno studio di randomizzazione mendeliana ha valutato la possibilità che i soggetti con livelli di calcio geneticamente più elevati presentino…
LeggiCoronaropatie e calcio coronarico fra i 32 ed i 46 anni
Il calcio coronarico (CAC) è associato a coronaripatie e malattie cardiovascolari in genere, ma i dati prognostici su questo marcatore sono limitati nei giovani adulti. Lo studio CARDIA si è dunque proposto di determinare se il CAC negli adulti fra i 32 ed i…
LeggiInfarto: influenza delle grandi nevicate
Una grande nevicata aumenta il rischio di ricovero ospedaliero per infarto del 16% nel giorno successivo, a prescindere dalla presenza di comorbidità cardiovascolari o fattori di rischio e dall’età. Questo dato, derivante da un’indagine condotta su 128.073 pazienti da Nathalie Auger dell’Università di Montreal,…
LeggiSTEMI: vantaggio della PCI primaria e poi stadiata
Nei pazienti con STEMI sottoposti a PCI primaria, quelli gestiti con intervento sul vaso responsabile (CVI) più ulteriore PCI multivascolare stadiata intraospedaliera (CVI-S) vanno incontro ad esiti migliori rispetto a quelli che ricevono soltanto CVI o rivascolarizzazuibe multivascolare iniziale, e vanno incontro anche ad…
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