(Reuters Health) – Secondo un’analisi post hoc dello studio SCOT-HEART, l’angiografia coronarica con TC (CTCA) è più accurata dell’ECG sotto sforzo per rilevare una malattia delle arterie coronarie (CAD) e predire il rischio futuro in pazienti con sospetta angina stabile.
Nello studio SCOTT-HEART, l’aggiunta di CTCA all’ECG sotto sforzo si associava a una riduzione del 41% nei decessi per cause cardiovascolari e negli infarti del miocardio non fatali dopo cinque anni.
Lo studio
Tricia Singh e colleghi dell’Università di Edimburgo e hanno valutato i benefici diagnostici, terapeutici e prognostici associati all’ECG sotto sforzo da solo o combinato con CTCA in 3.283 pazienti con sospetta angina dovuta a malattia delle arterie coronarie.
Due terzi degli ECG sotto sforzo erano normali, il 16% ha prodotto risultati anormali e il 17% risultati inconcludenti.
Tra coloro con risultati dell’ECG sotto sforzo normali, più della metà ha presentato CAD ostruttiva (15%) o non ostruttiva (41%) alla CTCA. Il 39% dei pazienti con CAD ostruttiva alla CTCA, invece, aveva un ECG sotto sforzo nella norma.
Tra i pazienti sottoposti ad angiografia coronarica invasiva, la malattia ostruttiva è stata identificata più frequentemente nei soggetti con risultati anomali dell’ECG sotto sforzo. Tuttavia, coloro che hanno ottenuto risultati normali o inconcludenti all’ECG sotto sforzo avevano maggiori probabilità di avere una CAD ostruttiva rilevata nel gruppo della CTCA che in quello sottoposto solo all’ECG sotto sforzo.
I tassi di inizio e interruzione della terapia preventiva e rinvio a uno specialista per l’esecuzione di un’angiografia coronarica invasiva erano più elevati tra i pazienti sottoposti a CTCA rispetto a quelli sottoposti solo a ECG sotto sforzo, in particolare tra coloro con risultati inconcludenti o normali all’ECG sotto sforzo.
Risultati anomali dell’ECG sotto sforzo si associavano a un rischio di 14,47 volte superiore di rivascolarizzazione coronarica a un anno e di 2,57 volte superiore di morire per malattia delle arterie coronarie o di avere un infarto del miocardio non fatale a cinque anni (per entrambi, valore di P<0,001).
Tuttavia, rispetto al solo ECG sotto sforzo, i risultati della CTCA presentavano un’associazione più forte con il decesso per malattia delle arterie coronarie o un infarto del miocardio non fatale a cinque anni (rischio aumentato di 10,63 volte, P=0,002).
Fonte: JAMA Cardiology
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)