(Reuters Health) – Un nuovo studio evidenzia come l’ecocardiogramma di routine sia spesso in grado di rilevare una stenosi aortica incidente sia negli uomini che nelle donne monitorati per cardiopatia.
I ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 49.449 uomini (età media 60,9 anni) e 42.229 donne (età media 61,6 anni) che al basale non presentavano stenosi aortica e che sono stati sottoposti a diversi ecocardiogrammi di routine durante un follow-up mediano di 2,8 anni.
Al termine del follow-up, 6.293 pazienti (6,9%) manifestavano nuove evidenze di una stenosi aortica all’ecocardiogramma più recente; tra questi 3.203 erano uomini e 3.090 donne. Ciò si è tradotto in un tasso di 17,5 casi su 1.000 persone anno negli uomini e 18,7 casi su 1.000 persone-anno nelle donne.
“È stato stimato che il 50% dei pazienti con valvulopatia è ignaro di averla”, ha dichiarato l’autore principale dello studio, Geoff Strange, professore presso la scuola di Medicina dell’Università di Notre Dame a Fremantle, in Australia.
L’età ha rivestito un ruolo importante. Negli uomini under 30, l’incidenza di stenosi aortica era pari a 5,1 casi su 1.000 persone-anno, rispetto a 43 casi su 1.000 persone anno tra gli over 80. Nelle donne under 30, l’incidenza era di 5,0 casi su 1.000 persone-anno, rispetto a 39 casi su 1.000 persone-anno nelle over 80.
Tra tutti i pazienti a cui è stata diagnosticata stenosi aortica, 5.170 casi erano lievi, 636 moderati, 339 gravi con basso gradiente e 148 gravi con alto gradiente.
Con un follow-up più lungo di 7,7 anni, 24.577 (26,8%) persone nello studio sono decedute per tutte le cause. I tassi di mortalità sono aumentati all’aumentare della gravità della stenosi aortica incidente, balzando dal 25,8% nei soggetti senza alcuna evidenza della patologia al 50% o superiore in quelli con stenosi aortica grave con basso o alto gradiente.
Rispetto ai soggetti senza stenosi aortica, la mortalità è risultata significativamente superiore in quelli con stenosi aortica moderata (HR 1,83) e grave con alto gradiente (HR 2,65).
Un limite dei dati è la mancanza di dati sui singoli pazienti, come comorbilità, prescrizioni, utilizzo di dispositivi medici e ricoveri, che potrebbero influenzare il rischio di stenosi aortica e mortalità durante il follow-up, osservano gli autori su Heart.
Fonte: Heart
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)