Sviluppato da Sanofi Pasteur, dopo 10 anni di utilizzo in Nord America è sbarcato anche in Italia il primo vaccino con dosaggio appositamente pensato per gli over65, in grado di prevenire il 24% di casi in più rispetto a quello a dosaggio standard.
È iniziata ad ottobre 2020 la distribuzione, anche in Italia, del nuovo vaccino antinfluenzale quadrivalente ad alto dosaggio di Sanofi Pasteur, pensato appositamente per gli over65.
A maggio, a poche settimane dall’autorizzazione europea all’immissione sul mercato era arrivato il semaforo verde anche dal nostro Paese e le prime dosi sono state distribuite a partire dall’autunno.
Efluelda, nome commerciale del vaccino, è stato distribuito, per quest’anno, in diverse regioni: Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, Campania e Sicilia.
“La formulazione quadrivalente e l’alto dosaggio, con una quantità di antigene quattro volte superiore rispetto allo standard, ci ha permesso di fornire una maggiore risposta anticorpale e una superiore efficacia clinica protettiva rispetto alle formulazioni standard, per contrastare meglio l’immunosenescenza, cioè quel progressivo indebolimento cui va incontro il sistema immunitario delle persone anziane – spiega Giovanni Checcucci Lisi, Medical Head Sanofi Pasteur – Per noi era importante riuscire ad avere il prodotto disponibile già per questa stagione influenzale, vista la pandemia in corso e la necessità di proteggere al meglio le persone più fragili.
L’efficacia clinica e la sicurezza di Efluelda sono state dimostrate in uno studio clinico randomizzato su larga scala, cui si è aggiunta una sperimentazione che ha coinvolto anche due centri italiani, Palermo e Genova. Durante i trial, il vaccino quadrivalente ad alto dosaggio ha dimostrato un’efficacia superiore nel prevenire l’influenza confermata in laboratorio e i conseguenti ricoveri ospedalieri negli anziani, evitando anche eventi cardiovascolari e quadri di polmoniti.
Il vaccino ad alto dosaggio ha un pacchetto di evidenze scientifiche solide e robuste riconosciute da autorità indipendenti, tra cui lo European Center of Disease Control ECDC, che hanno valutato i dati pubblicati attribuendo il più alto livello di evidenza. Inoltre, sulla base di queste valutazioni, lo STIKO, organo tecnico del Governo tedesco, ha espresso la raccomandazione d’uso preferenziale per la popolazione target.
Primi dati sulla stagione influenzale 2020-2021
All’inizio della stagione influenzale 2020-2021, tra ottobre e novembre, gli esperti erano rimasti cauti sulle previsioni di diffusione dell’influenza, ma fiduciosi che le norme di distanziamento sociale e l’auspicata adesione alla campagna vaccinale ne avrebbero in qualche modo frenato la diffusione. Ad oggi, grazie ai presidi sanitari che da ormai un anno sono entrati nella quotidianità, e grazie ai vaccini, l’influenza stagionale è ai minimi termini. Il virus sembra circolare pochissimo, e non si è verificata, finora, la temuta sovrapposizione proprio con il Covid-19, considerati i sintomi simili. Una conferma in questo senso proviene dagli ultimi dati del bollettino InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità: nella 4 settimana del 2021, dal 25 al 31 gennaio, l’incidenza è stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,4 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana era stato raggiunto il picco epidemico stagionale e il livello di incidenza era pari a 12,6 casi per mille assistiti.
Secondo le stime, poi, ogni anno in Italia si calcolano dalle 8.000 alle 17.000 morti correlate all’influenza. Oltre la metà dei casi più gravi avvengono in persone con più di 65 anni. In questa popolazione, infatti, aumenta il numero di patologie croniche che rappresentano un fattore di rischio per le complicanze dell’influenza. Secondo i dati Istat 2019, nel nostro Paese circa il 75% dei soggetti di età compresa tra i 65 e i 74 anni ha almeno una patologia cronica. La percentuale sale all’85% nella popolazione over 75 e al 65% se consideriamo i soggetti over75 con almeno 2 patologie croniche.
“In questo quadro, aggravato dal Covid-19, è facile capire che l’arrivo di un vaccino quadrivalente potenziato e non adiuvato è un grosso vantaggio – afferma Giancarlo Icardi, direttore dell’Unità Operativa di Igiene del Policlinico San Martino di Genova – La pandemia in corso ha aumentato la consapevolezza dell’importanza della vaccinazione, a ogni età, e ha reso chiaro come le persone più fragili, soprattutto la popolazione anziana, debbano essere in prima linea nel proteggersi”.
Il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova ha preso parte alla sperimentazione per il vaccino ad alto dosaggio, che rappresenta una vera innovazione nel campo: “I dati sono solidi e in uno studio clinico randomizzato il vaccino ad alto dosaggio ha dimostrato di prevenire l’influenza nel 24% dei casi in più rispetto al vaccino con dosaggio standard, permettendo quindi di evitare circa un ulteriore quarto dei casi di influenza nei soggetti di età superiore ai 65 anni, indipendentemente dal ceppo influenzale circolante – continua l’esperto. Negli Usa e Canada, poi, è da anni già in commercio, pertanto abbiamo a disposizione anche dati di efficacia di “real life” su dieci stagioni influenzali che confermano la maggiore protezione garantita dall’alto dosaggio”, conclude lo specialista.
- delle sindromi simil-influenzali continua ad essere stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,4 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana veniva raggiunto il picco epidemico stagionale e il livello di incidenza era pari a 12,6 casi per mille assistiti.
- In tutte le Regioni italiane che hanno attivato la sorveglianza il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sotto la soglia basale.