Come quando gli archeologi riuscirono a decifrare i geroglifici egizi grazie alla famose Stele di Rosetta, così alcuni ricercatori sono riusciti a ‘decrittare’ e ricostruire in modo digitale il meccanismo con cui le mutazioni,che portano ai tumori aggrediscono la rete di connessioni alla base del funzionamento delle cellule. Il risultato, descritto in due studi sulla rivista Cell, apre la strada allo sviluppo di future cure personalizzate. I ricercatori coordinati da Rune Linding, dell’Università di Copenhagen, hanno infatti svelato come le mutazioni del cancro colpiscano e danneggino la rete di proteine ‘segnalatrici’ nelle cellule umane, con un livello di precisione mai raggiunto prima. E questo grazie allo sviluppo di un nuovo software, una sorta di Stele di Rosetta digitale, che consente di ‘tradurre’ gli effetti delle mutazioni del cancro sulle funzioni delle proteine nei singoli pazienti. ”Aver identificato i diversi cambiamenti che avvengono all’interno dei nostri tessuti può aiutare a prevedere e trattare il cancro in modo migliore”, commenta Linding. Il nuovo software permette infatti di capire gli effetti delle singole mutazioni del Dna sulle cellule, quando colpiscono un gruppo di enzimi molto importanti, le chinasi. Questi infatti non vengono semplicemente ‘accesi’ e ‘spenti’ dalle mutazioni dal cancro, ma possono disturbare anche le altre proteine, e quindi portare le cellule sane ad uno stato più canceroso.