Dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) arriva il grido dall’allarme: “cresce a livello globale l’opposizione ai vaccini” e “la diffidenza nei confronti dell’immunizzazione rappresenta un problema sempre più importante per tutti i Paesi”. Per questo motivo occorre mettere a punto “strategie comunicative mirate” atte a contrastare l’avanzare dei movimenti antivaccini come, ad esempio, quella testata da uno studio pubblicato sul British Medical Journal e incentrata, non sullo smentire i rischi che i vaccini possono causare, ma sul mostrare i pericoli che una mancata vaccinazione può comportare.
Un gruppo di ricercatori guidati da Zachary Horne della University of Illinois, ha chiesto a 315 persone di compilare un questionario sulle vaccinazioni. Il giorno dopo, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: al primo è stato chiesto di esaminare una serie di informazioni riguardanti il rischio di malattie prevenibili con i vaccini, come il morbillo. Al secondo gruppo è stato chiesto di leggere una ricerca che mostrava che i vaccini non aumentano il rischio di autismo. Al gruppo di controllo è stato fatto leggere un testo su un argomento scientifico non correlato. Il risultato? Le persone che avevano ricevuto informazioni sul rischio di malattia, tanto più se scettiche, avevano modificato in positivo i loro atteggiamenti nei confronti delle vaccinazioni con una notevole differenza rispetto agli altri due gruppi.
Secondo i ricercatori “è difficile fornire una prova convincente dell’assenza di rischio. Perciò, è più facile rimpiazzare una convinzione esistente con una alternativa, piuttosto che tentare di contrastarla direttamente”. Falsi miti, disinformazione, sfiducia, barriere geografiche: “il fenomeno della riluttanza nei confronti dei vaccini”, spiega in un numero speciale di Vaccine Philippe Duclos, Senior Health Adviser del Dipartimento Immunizzazione e Vaccini dell’Oms, “è globale, complesso e in continuo mutamento”. Secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), “per contrastare con forza la disinformazione, è necessario comunicare contenuti scientifici ad una platea ampia e non necessariamente preparata”. Attualmente, infatti, i bambini che muoiono ogni anno di malattie che potrebbero essere evitate con vaccini esistenti sono 1,5 milioni.