L’esercizio intenso e continuativo della memoria verbale modifica in modo esteso e significativo il volume e l’organizzazione del cervello, anche in aree non direttamente coinvolte nei processi di memoria. A dimostrarlo è una nuova ricerca sui Pandit vedici, condotta da un gruppo di ricercatori del Centro interdipartimentale mente cervello (Cimec) dell’Università di Trento, in collaborazione con il National Brain Research Centre (India), nell’ambito del progetto Itpar (India-Trento Program for Advanced Research).
Nell’esperimento, i cui dati sono stati raccolti in India, i ricercatori hanno usato le neuroimmagini per esaminare lo spessore corticale e la densità della materia grigia in un gruppo di Pandit e in un gruppo di controllo. I risultati dimostrano nei Pandit un aumento di spessore e volume della corteccia cerebrale, non solo in regioni collegate alla memoria, ma anche in aree collegate alla comprensione del linguaggio e all’elaborazione d’informazione visiva.
“Capire come il cervello umano sia capace di sostenere la trasmissione orale di conoscenze dettagliate per millenni è stata una delle motivazioni principali di questo esperimento”, dice Uri Hasson, professore associato al Cimec di Trento nel cui laboratorio si è svolta questa ricerca. L’articolo con i risultati della ricerca è disponibile online sul sito della rivista NeuroImage.