È stato presentato a Roma, il 18 febbraio, il progetto “Non bruciamo l’albero vascolare”, un’iniziativa il cui obiettivo dichiarato è la lotta al fumo di sigaretta e, in particolare, ai danni che esso causa all’albero vascolare. “Il 40% di tutte le patologie cardiovascolari è attribuibile al fumo di sigaretta” che rappresenta dunque un fattore di rischio prioritario, come è stato dichiarato in occasione della conferenza stampa all’Hotel Sina Barberini Bristol. Ad oggi un italiano su cinque è un fumatore e ogni anno 30.000 persone nel nostro Paese muoiono di malattie cardiovascolari correlate al fumo.
Il progetto, promosso dalla società Italiana di Medicina Vascolare (SIMV) insieme alla Fondazione Italiana Vascolare Onlus (FIV), con il contributo non condizionane di PMI Science con Philippe Morris Italia, è indirizzato ai medici e consiste in una serie di incontri, con un format scientifico, divulgativo, sul territorio nazionale. Essi sono volti a sensibilizzare ed educare sui rischi del fumo, sull’impatto del tabagismo e delle patologie ad esso connesse e sull’importanza dello stile di vita per tutelare la salute collettiva, ma anche a fornire una conoscenza più dettagliata sulle evidenze scientifiche degli strumenti alternativi senza combustione, delle alternative al fumo che potrebbero essere proposte come opzione a quei fumatori che hanno fallito nel loro tentativo di smettere di fumare.
“Da diversi anni è riconosciuto che le persone muoiano di malattie fumo-correlate a causa di sostanze presenti nel fumo, non a causa della nicotina. Smettere di fumare è quindi la priorità nella prevenzione, ma smettere di fumare non è semplice perché la dipendenza da nicotina è tra le più complesse da debellare”, ha commentato il Prof. Enrico Arosio, presidente della SIMV. E ha aggiunto che tra le due possibilità, smettere completamente di fumare o continuare a esporsi ai rischi del fumo, c’è una terza via: la riduzione del rischio attraverso strumenti alternativi senza combustione: “Considerando che le misure proibizionistiche in genere non hanno mai portato a particolari risultati, una valida alternativa sembrano essere i prodotti a base di nicotina senza combustione. A tal proposito numerosi studi hanno dimostrato una riduzione di sostanze dannose o potenzialmente dannose nelle sigarette elettroniche e nei recenti prodotti a tabacco riscaldato rispetto al fumo di sigaretta”.
I cinque primi incontri regionali si svolgeranno a Verona, Roma, Palermo, Cagliari e Catanzaro e coinvolgeranno tra i 200 e i 250 medici. Sono rivolti esclusivamente ai medici, e non alla popolazione generale. “Questo è molto importante, perché il messaggio potrebbe essere travisato, e trasformato in ‘visto che il rischio è ridotto possiamo fumare tutti’, invece dobbiamo sensibilizzare la classe medica e poi, il medico, correttamente informato potrà discutere delle alternative alle sigarette con i singoli pazienti”, ha commentato il Professor Pier Luigi Antignani, Presidente FIV. Difatti, “i risultati positivi che sono stati osservati in Inghilterra, sono stati mediati dal Sistema Sanitario Nazionale che tramite i suoi medici ha fatto questo tipo di comunicazione”. E ha concluso: “è importante sottolineare come la riduzione del danno non deve sostituire le politiche di prevenzione e controllo, ma integrarle, costituendo una componente diversa dello stesso disegno di politica sociale e ci auguriamo che anche le politiche sanitarie regionali si adattino in questo senso”.
Lo scopo più ambizioso sarà di elaborare, a conclusione del progetto, delle linee guida dedicate al paziente fumatore con problematiche cardiovascolari che possano integrarsi all’interno dei PDTA e che supportino i percorsi all’interno dei Centri Antifumo.