Tutto ruota intorno a tre tipi di cellule. Per distinguere il giorno dalla notte si attivano tre diverse tipologie di cellule che si trovano nell’occhio e che aiutano il cervello in questo compito. Lo rileva una ricerca guidata dal Salk Institute for Biological Studies, pubblicata su Science.
Lo studio segna la prima valutazione diretta nell’uomo delle risposte alla luce da parte di queste cellule, chiamate cellule gangliari della retina intrinsecamente fotosensibili (ipRGC). “Siamo diventati per lo più una specie indoor – evidenzia Satchidananda Panda, autore senior della ricerca- comprendere come queste cellule rispondono alla qualità, quantità, durata e sequenza della luce ci aiuterà a progettare una migliore illuminazione per le terapie intensive neonatali, le scuole, le fabbriche, gli uffici, gli ospedali e persino la stazione spaziale”.
Questa nuova comprensione potrebbe anche alimentare la ricerca futura sullo sviluppo di un’illuminazione terapeutica in grado di trattare la depressione, l’insonnia, l’emicrania e persino i problemi del sonno tra i pazienti con Alzheimer.
Per lo studio, il team ha utilizzato un nuovo metodo per mantenere funzionali i campioni di retina dopo la morte dei donatori. I ricercatori hanno quindi posizionato questi campioni su una griglia di elettrodi per studiare la reazione alla luce. Hanno scoperto che un piccolo gruppo di cellule ha iniziato a emettere segnali dopo solo un impulso di luce di 30 secondi. Dopo lo spegnimento, alcune di queste cellule hanno impiegato diversi secondi per smettere. I ricercatori hanno scoperto anche che erano più sensibili alla luce blu, utilizzata anche in dispositivi come smartphone e laptop.
Test successivi hanno rivelato tre tipi distinti di cellule. Il primo ha risposto alla luce abbastanza rapidamente ma ha impiegato molto tempo per ‘spegnersi’, il secondo ha impiegato tempo ad accendersi e anche molto a ‘spegnersi’, il terzo ha risposto solo a una luce molto luminosa, ma si è acceso velocemente e poi spento quando è scomparsa.