(Reuters Health) – Le donne in postmenopausa con diabete di tipo 1 (T1D) hanno una densità minerale ossea volumetrica inferiore rispetto alle loro coetanee senza diabete.
Inoltre, i deficit di qualità ossea possono essere ancora maggiori per chi ha sviluppato la malattia metabolica prima dei 20 anni.
“Per la prima volta abbiamo dimostrato che l’età di esordio del diabete di tipo 1 può avere un’influenza sulla qualità delle ossa”, dice Viral N. Shah della University of Colorado Anschutz Medical Campus di Aurora, principale autrice dello studio.
Le principali fratture osteoporotiche sono tre volte più comuni nelle persone con diabete di tipo 1, e gli aumenti del rischio di fratture dell’anca si manifestano prima nelle donne con diabete di tipo 1, come hanno ricordato Shah e colleghi sulla rivista Bone. I
l gold standard per misurare la densità ossea, la densitometria ossea che fa riferimento a un’area (aBmd) con la tecnica Dxa, non prevede con precisione il rischio di frattura nei pazienti con dibete di tipo 1.
Lo studio
Gli autori hanno utilizzato la tomografia computerizzata periferica (pQct) per misurare la massa ossea, la geometria e la resistenza ossea stimata al radio non dominante e alla tibia in 24 donne in postmenopausa con diabete di tipo 1 e in 22 controlli abbinati per età, sesso e Bmi, tutte sottoposte a denistometria della colonna lombare, dell’anca e del radio distale.
Non ci sono state differenze nella aBmd tra il gruppo con diabete di tipi 1e quello di controllo. Dopo gli aggiustamenti, la vBmd trabecolare e la resistenza ossea compressiva del raggio distale sono state significativamente inferiori per le donne con diabete si tipo 1.
Le donne che hanno sviluppato diabete di tipo 1 prima dei 20 anni hanno anche fatto registrare un totale significativamente più basso (259 vs 351 mg/cm3) e vBmd trabecolare inferiore (141 vs 214 mg/cm3) del raggio distale rispetto a coloro che hanno sviluppato la malattia in seguito.
Queste pazienti avevano anche una circonferenza endostale più ampia e una circonferenza periostale simile alla tibia, con conseguente riduzione dello spessore corticale rispetto al gruppo a insorgenza in età adulta.
Shah e colleghi ora pianificano di usare la pQct per valutare la qualità e la forza dell’osso a livello dell’anca e della colonna vertebrale lombare. “Sfortunatamente non abbiamo alcuna prova o strategia basata sull’evidenza per affermare quali siano i passaggi corretti per rafforzare le ossa delle donne con diabete di tipo 1”, ha detto la ricercatrice.
Fonte: Bone 2019
Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)