Proxima b, il pianeta roccioso che ruota attorno a Proxima Centauri, la stella distante solo 4,5 anni luce dal Sistema Solare, potrebbe essere abitabile. La pioggia di raggi ultravioletti alla quale è esposto è infatti inferiore a quella subita dalla Terra primitiva nel periodo in cui la vita cominciava a evolversi. E’ quanto emerge dallo studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dal gruppo della Cornell University americana.
Gli astronomi, coordinati da Lisa Kaltenegger e Jack O’Malley-James, grazie a sofisticati modelli al computer, hanno ricostruito il bombardamento di raggi Uv che subiscono Proxima b e altri pianeti esterni al Sistema Solare tra i più vicini alla Terra. “Si tratta di pianeti – spiegano gli autori – che orbitano intorno alle cosiddette nane rosse, stelle piccole e relativamente fredde, le più diffuse dell’universo. Queste stelle – aggiungono – mandano continuamente radiazione ultravioletta sui pianeti vicini, più di quanto non faccia il nostro Sole con la Terra”.
Gli scienziati hanno analizzato il tasso di sopravvivenza a dosi crescenti di raggi Uv di batteri terrestri, i cosiddetti estremofili, in grado cioè di sopravvivere in condizioni estreme, come in presenza di radiazioni. Hanno poi confrontato i loro dati con le condizioni presenti sulla Terra circa 4 miliardi di anni fa, quando ancora la sua atmosfera era priva di ossigeno e ozono, e quindi più esposta ai raggi Uv. La loro conclusione è che “questo bombardamento di raggi Uv non dovrebbe essere un fattore limitante per l’abitabilità di pianeti che orbitano intorno a stelle come le nane rosse”.