Usare il calore di scarto industriale oppure quello proveniente dal Sole per depurare l’acqua salata e renderla potabile. A riuscirci, con un sistema di filtrazione a basso costo, sono stati i ricercatori della Queensland University of Technology rendendo sia l’acqua salata che quella di un pozzo sufficientemente pura per poter irrigare i campi o addirittura essere bevuta.
Il team ha creato un impianto pilota per testare la tecnologia che consentirebbe di combattere la dura siccità che ha messo in ginocchio l’agricoltura australiana, utilizzando l’acqua ad alto contenuto di sali dei pozzi. Il responsabile del progetto Graeme Millar, della Facoltà di scienza e ingegneria dell’università, ha detto alla radio nazionale Abc che il sistema è stato sviluppato negli ultimi quattro anni in partnership con ricercatori giapponesi.
“L’idea di base – spiega – è di riscaldare acqua salata o impura, creando vapore. Il vapore si può quindi trasferire attraverso la membrana”. E aggiunge: “è un po’ come quando si fa una doccia calda: si accumula vapore che si condensa sullo specchio freddo del bagno. Quell’acqua condensata è acqua pura”.
L’impianto di sperimentazione presso Brisbane tratta circa 1.000 litri d’acqua al giorno. Opererà per sei mesi e ulteriori test saranno poi condotti in altre località. Se la tecnologia sarà commercializzata, potrà essere installata in moduli in siti industriali per utilizzare il calore di scarto in essi prodotto, assicurerà Millar.
La tecnologia potrà anche essere usata in zone di disastri naturali, dove le forniture idriche sono compromesse. “Gli impianti sono portatili, possono entrare in un container e sono autoalimentati: una volta che abbiamo il sole, e dell’acqua che passi attraverso l’impianto, la possiamo purificare fino allo standard di acqua potabile”, aggiunge lo studioso.