Traffico, riscaldamento domestico, pratiche agricole, industrie: l’aria delle città italiane è irrespirabile. Ad “asfissiare” sono soprattutto le auto: se ne contano infatti 38 milioni e soddisfano il 65,3% degli spostamenti. A rivelare i dati è il dossier annuale Legambiente sull’inquinamento atmosferico 2018, “Mal’aria 2019”.
Quello passato, è stato un anno segnato anche dal deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea per le procedure di infrazione per qualità dell’aria e che costerà multe salate all’Italia. “Eppure per uscire da questa emergenza gli strumenti ci sarebbero”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, “ogni città dovrebbe adottare dei Pums (Piani Urbani di Mobilità Sostenibile) più ambiziosi. Il Ministero dell’Ambiente dovrebbe guidare le città, supportando e verificando le scelte fatte affinché siano coerenti con le scelte e i piani nazionali. Inoltre il governo dovrebbe finanziare i progetti davvero utili per mettere in campo questa rivoluzione e allo stesso tempo dovrebbe destinare più risorse per incentivare davvero la mobilità sostenibile”.
“Inoltre – aggiunge Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente – i Pums offrono un’occasione unica alle città: potrebbero dare il via all’uscita dalla mobilità inquinante e fossile. Un’occasione per promuovere soprattutto una mobilità, sia pubblica che privata, attiva (piedi e bici) e con mezzi a zero emissioni (dalla micromobilità all’autobus e l’elettrico)”.
Legambiente ricorda che ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422 mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i Paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015.