(Reuters Health) – Il trapianto di una combinazione autologa di sospensione di cellule del derma (Ncds) e di sospensione di cellule dell’epidermide (Ecs) fornisce risposte migliori nei pazienti con vitiligine, rispetto al trapianto di sole cellule dell’epidermide. È quanto emerge da uno studio condotto in India e pubblicato da Jama Dermatology.
Il trapianto combinato “può essere eseguito in pazienti con una stabilità della malattia più breve, senza aspettare che trascorrano 12 mesi o più dall’ultima attività clinica osservata”, dice Davinder Parsad ,del Postgraduate Institute of Medical Education and Research di Chandigarh, autore principale dello studio.
Lo studio
In uno studio pilota randomizzato su 20 pazienti con stabilità della vitiligine di 3-6 mesi e 20 pazienti con stabilità di oltre 12 mesi, Parsad e colleghi hanno confrontato i risultati dopo il trapianto autologo di cellule dell’epidermide e cellule del derma con quelli ottenuti dal trapianto di sole cellule dell’epidermide.
Dopo 24 settimane, in tutti i 10 pazienti con stabilità clinica più breve che avevano ricevuto il trapianto combinato, è stata osservata una ripigmentazione maggiore del 75%, risultato raggiunto solo da tre dei 10 pazienti con stabilità clinica più breve che avevano ricevuto il trapianto di sole cellule dell’epideermide. Una differenza statisticamente significativa.
Al contrario, tra i pazienti con maggiore stabilità clinica, l’entità della ripigmentazione è stata paragonabile in tutte le visite di follow-up, indipendentemente dal tipo di trapianto al quale si erano sottoposti.
Non sono state registrate differenze significative nella corrispondenza dei colori o nei modelli di pigmentazione tra i sottogruppi di trattamento in stabilità clinica e l’intervento è stato ben tollerato da tutti i pazienti.
I commenti
“I risultati del nostro studio sono incoraggianti e suggeriscono che gli interventi chirurgici che utilizzano la nuova combinazione di cellule dell’epidermide e del derma possono essere effettuati nei pazienti con vitiligine con una minore stabilità (3-6 mesi)”, concludono i ricercatori.
“Non abbiamo valutato i risultati del trapianto in pazienti con una stabilità clinica di 6-12 mesi – precisa Parsad – Tuttavia, ci aspettiamo che la combinazione dei due tipi di cellule possa produrre qualche beneficio anche in questi casi. Nei pazienti con una stabilità della malattia superiore a 12 mesi, invece, l’aggiunta di cellule del derma non è vantaggiosa. ”
Fonte: Jama Dermatology 2019
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)