Ridare espressività a movimento ad un viso colto da paralisi facciale. E’ questo l’obiettivo di un gruppo di ricercatori dell’università di Harvard guidato da Nate Jowett, che hanno creato un dispositivo, per ora testato con successo su animali, in grado di trattare una paralisi facciale parziale tramite la stimolazione elettrica. In sostanza si usano i segnali elettrici dal lato del viso sano per stimolare i movimenti muscolari del lato paralizzato.
Le tecniche di chirurgia ricostruttiva usate attualmente riescono a ripristinare alcuni movimenti, come quello di sorridere, ma attraverso uno sforzo volontario e cosciente. In questo caso, come descritto sulla rivista Plastic and Reconstructive Surgery, per suscitare movimenti più naturali e fluidi, la stimolazione del lato del viso paralizzato è stata collegata all’attività del lato sano, in modo da avere delle contrazioni muscolari ‘abbinate’.
Per farlo, i ricercatori hanno impiantato dei minuscoli bracciali con elettrodi schermati elettricamente intorno ai nervi facciali dei topi, a cui avevano indotto la paralisi di metà del viso. Dopo di che hanno rilasciato una stimolazione elettrica per provocare il battito delle palpebre e il movimento dei baffi. I movimenti sono stati indotti collegando la stimolazione del lato paralizzato a quello sano, ottenendo una contrazione muscolare più naturale e simmetrica.
Nonostante i risultati promettenti, rimangono però alcuni ostacoli da superare, come quello di eliminare i movimenti involontari del viso causati dagli impulsi dei nervi ricresciuti o di quelli trasferiti chirurgicamente. E rimane ancora molta strada da fare prima di sperimentare quest’approccio sull’uomo, e arrivare a dei mini-apparecchi impiantabili per la rianimazione del viso.