Un lago di acqua liquida e salata ad una profondità di un chilometro e mezzo sotto i ghiacci del Polo Sud di Marte. A scoprirlo è stato il radar italiano Marsis della sonda Mars Express. Pubblicata su Science, la scoperta è stata presentata presso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in una conferenza stampa diffusa in streaming e rilanciata in tutto il mondo dal canale televisivo della rivista Science, da Asi, Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), università Roma Tre, Sapienza e Gabriele d’Annunzio (Pescara), Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Il lago, stabile da molto tempo, con un diametro di 20 chilometri e una forma vagamente triangolare, è la prima prova che sotto la superficie di Marte c’è acqua liquida. Come il radar Marsis, ideato da Giovanni Picardi dell’università Sapienza di Roma e costruito dalla Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), sono italiani tutti gli autori della ricerca. A presentare i risultati sono il responsabile scientifico del radar Marsis Roberto Orosei, dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e primo autore della ricerca, Enrico Flamini, docente di Planetologia presso l’Università di Chieti-Pescara e responsabile di progetto dell’esperimento Marsis per l’Asi, Elena Pettinelli, responsabile del laboratorio di Fisica Applicata alla Terra e ai Pianeti dell’Università Roma Tre, co-investigator di Marsis.
Arriva finalmente la risposta alla domanda che dal 1976 avevano sollevato le missioni Viking della Nasa: i loro dati indicavano con chiarezza che in passato Marte aveva avuto laghi, fiumi e mari, ma finora non si sapeva che fine avesse fatto tutta quell’acqua. “C’è stato un tempo in cui Marte era abitabile, con un clima simile alla Terra, ma nel tempo il pianeta ha perso la sua atmosfera e con essa l’effetto serra che riscaldava, e di conseguenza l’acqua è ghiacciata e poi è scomparsa. Restavano i segni lasciati dalla presenza dell’acqua, ma restava da capire dove fosse finita e capire dove andare a cercarla”, ha detto Orosei, dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna dell’Inaf.
Il lago, buio e salato, è probabilmente profondo qualche metro e si trova nella regione di Marte chiamata Planum Australe, nel Polo Sud del pianeta. “E’ la prima evidenza che c’è acqua liquida su Marte, in un lago subglaciale”, ha detto Flamini. “E’ una notizia – ha aggiunto – che si aspettava da 30 o 40 anni”. I dati raccolti dal radar Marsis fra maggio 2012 e dicembre 2015 mostrano che si tratta di una massa d’acqua stabile. Il grande lago buio e salato del Polo Sud potrebbe non essere l’unico: secondo i ricercatori potrebbero essercene altri e, adesso che sanno come cercarli, continueranno a farlo.
Scoprire il lago marziano è stato possibile grazie alla lunga esperienza italiana nella ricerca sui laghi nascosti sotto i ghiacci di Antartide e Groenlandia, fino a capire che sono collegati fra loro da una rete di fiumi sotterranei, in uno scenario da fantascienza che non si può escludere possa esistere anche su Marte. “Abbiamo visto il lago marziano grazie ai radar capaci di penetrare con i loro segnali nel sottosuolo”, ha detto Pettinelli che, nel Laboratorio di fisica applicata alla Terra e ai pianeti dell’università di Roma Tre, ha analizzato i dati inviati a Terra dal radar Marsis e selezionati dal gruppo di Orosei.
“Le stesse tecniche utilizzate per studiare i laghi antartici hanno permesso di scoprire il lago sotto i ghiacci di Marte“, ha osservato Pettinelli. “Abbiamo applicato le stesse tecnologie utilizzate in Antartide e Groenlandia, andando a cercare informazioni simili. Adesso sappiamo che il radar Marsis ha visto una zona acquifera, ossia un lago o un terreno impregnato d’acqua”.
Il picco osservato nel segnale radar era simile a quello visto in Groenlandia, in corrispondenza di un lago nascosto sotto i ghiacci. “In parte siamo stati fortunati: la zona era stata scelta per caratteristiche che facevano pensare alla possibilità di un lago sottostante” e adesso sappiamo che si tratta di “un lago grande, con un diametro di 20 chilometri e una forma triangolare, ma non possiamo dire molto sulla profondità: siamo convinti – ha rilevato – che sia di almeno qualche metro, ma è bene non azzardare ipotesi su elementi che non possiamo misurare alla luce delle caratteristiche di questo radar”.
Sempre grazie alla lezione dei laghi nascosti sotto i ghiacci terrestri non si può escludere che su Marte possano esserci altri laghi: “per saperlo dovremo aspettare nuove acquisizioni o pensare a una nuova missione”, ha osservato Pettinelli. “Per quanto possibile, cercheremo di allargare l’area ad altre zone del Polo Sud marziano osservare con la stessa tecnica già nei prossimi mesi”. Al momento, ha osservato, “non ci sono impedimenti all’esistenza di una rete di laghi sotterranei su Marte”.