A misurare i terremoti ci penserà la fibra ottica. La tecnica è stata messa a punto dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) e dal National Physical Laboratory (Npl), gli istituti metrologici di Italia e Regno Unito, ed è descritta su Science.
L’obiettivo è quello di sfruttare la rete presente sotto il mare, oltre un milione di chilometri di cavi, per rilevare quei terremoti che oggi passano inosservati e comprendere meglio come funziona al proprio interno il nostro Pianeta.
La nuova tecnica consiste nell’utilizzare i cavi come sensori acustici per cogliere le vibrazioni indotte dai sismi utilizzando questa vasta rete di telecomunicazione sottomarina, senza che sia necessario installare ulteriori dispositivi sul fondo del mare.
In questo modo, inoltre, sarebbe possibile avvisare con maggiore anticipo dell’arrivo di tsunami causati da terremoti subacquei o da sismi di origine vulcanica. In nuovo approccio, integrato con l’attuale rete di sismografi, potenzierebbe quindi il monitoraggio dei terremoti, con un investimento minimo perché la tecnica non prevede l’installazione di nuovi sensori.