L’analisi parla chiaro: Hitler era vegetariano. A dirlo sono i rilevamenti fatti suoi presunti resti del Führer conservati dai Servizi Segreti russi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista European Journal of Internal Medicine da un gruppo di ricercatori dell’Università di Versailles Saint Quentin en Yvelines guidati da Philippe Charlier, che però non hanno potuto effettuare test del Dna per confermare l’appartenenza dei resti.
I ricercatori hanno prima esaminato un frammento del cranio, che ha rivelato la presenza di una ferita da arma da fuoco in uscita sul lato sinistro, avvenuta circa al momento della morte. Poi sono passati ai frammenti della mandibola superiore e inferiore, analizzati con un microscopio elettronico a scansione per evitare di danneggiarli: la placca, che intrappola microscopiche particelle di cibo, ha confermato che Adolf Hitler era vegetariano.
Ai ricercatori non è stato consentito fare test del Dna, ma la ferita alla testa e la cattiva salute dei denti sono compatibili con le conoscenze in possesso su Hitler e combaciano con le lastre dentarie ufficiali. “Al momento della sua morte”, affermano Carlier e colleghi, “aveva solo quattro denti ancora sani, i quattro incisivi inferiori”: tutti gli altri erano costituiti da capsule e ponti metallici.
Da ulteriori analisi è emersa anche l’assenza di residui di metalli pesanti sui denti, che esclude la possibilità che Hitler possa essersi suicidato infilandosi una pistola in bocca, e la presenza di misteriosi depositi blu trovati sui ponti metallici, che potrebbero indicare l’ingestione di cianuro al momento della morte.