Sette nuove galassie fanno il loro ingresso nell’universo. O per meglio dire…queste galassie sono esistite per milioni di anni, ma semplicemente sino ad oggi avevano evitato le attenzioni dei radar. Si tratta di galassie nane, chiamate così in quanto ospitano “solo” pochi miliardi di stelle, a fronte di altre galassie come la nostra Via Lattea che possono contenere sino a 400 miliardi di stelle. Le “nane” sono le galassie più comuni dell’universo, ma sono difficili da individuare perché la loro luce è fioca e diffusa.
Il telescopio Dragonfly
Gli astronomi dell’università di Yale hanno superato il problema collegando insieme otto lenti da telecamera, molto meno costose di altre lenti da telescopio. Ricoprendo le lenti con uno speciale nanomateriale, è stato possibile ridurre enormemente la dispersione della luce all’interno del telescopio, consentendo di ottenere un’immagine delle stelle molto più netta. Il telescopio, chiamato Dragonfly (Libellula) in quanto ricorda l’occhio composito di un insetto, ha individuato queste sette galassie nane nel primissimo posto in cui ha guardato, e quindi probabilmente questo è solo l’inizio. Esse sembrano orbitare intorno alla galassia spirale M101, comportamento tipico per le galassie nane, ma può darsi che il loro movimento non dipenda affatto dall’attrazione gravitazionale di questa galassia maggiore, nel qual caso ciò dimostrerebbe che abbiamo ancora molto da imparare sulle galasse nane.
(The Astrophysical Journal Letters 2014; 787: L37)