(Reuters Health) – Nel trattamento del dolore neuropatico correlato al cancro, la ketamina per via orale sarebbe equivalente al placebo, ovvero avrebbe poco effetto. A evidenziarlo sarebbe stata una ricerca coordinata da Barry Laird, dell’Università di Edimburgo, e pubblicata su JAMA Oncology. La somministrazione per via orale, tuttavia, potrebbe essere preferibile rispetto a quella per via parenterale attualmente in uso.
Lo studio
Per lo studio, i ricercatori hanno preso in considerazione 214 pazienti, di età media di 58 anni, trattati o con una dose di ketamina, a partire da 40 mg al giorno fino a un massimo di 440 mg al giorno, o placebo, per 16 giorni. I partecipanti avevano diversi tipi di cancro e il 75% era in remissione. Complessivamente, 209 partecipanti sono stati trattati per il dolore neuropatico.
I risultati
Non ci sarebbe alcuna differenza nella durata del beneficio analgesico tra i due gruppi in studio. Il beneficio analgesico al quarto giorno sarebbe stato evidenziato nel 31,8% dei pazienti trattati con ketamina rispetto al 36,4% dei pazienti trattati con placebo. Allo stesso modo, al giorno 16, il 22,4% dei pazienti che avevano assunto ketamina e il 25,2% di quelli trattati con placebo avevano ancora un beneficio analgesico. Neanche gli endpoint secondari, come qualità della vita, ansia e depressione, avrebbero fatto evidenziare differenze tra i due gruppi. Infine, per quel che riguardava gli effetti avversi gravi, come disturbo cognitivo, vertigini, affaticamento, sonnolenza e nausea, otto eventi si sarebbero verificati nel gruppo trattato con ketamina, contro 10 per il gruppo placebo.
I commenti
“Sebbene la ketamina sia usata come terapia aggiuntiva per il dolore neuropatico correlato al cancro, le prove della sua efficacia sono limitate – spiega Laird – I medici continuano a usare la ketamina per il trattamento dei pazienti con dolore neuropatico, e in alcuni casi questo è utile”. Per questo, “è necessario condurre ulteriori studi per capire quali pazienti effettivamente beneficiano di più di questo trattamento”, ha spiegato. Mentre Shengping Zou, della NYU Langone Health di New York, concorda sul fatto che la ketamina dovrebbe essere presa in considerazione per il dolore a livello centrale. I farmaci comunemente usati contro il dolore neuropatico, invece, non hanno una soddisfacente efficacia o hanno effetti collaterali intollerabili, ha osservato. Ecco perché si ricorre agli oppioidi, anche se in Usa “il sovradosaggio da questi farmaci è ormai un importante problema di salute pubblica”. Ci sarebbe dunque bisogno “di nuovi farmaci efficaci, possibilmente non oppioidi, per il dolore neuropatico”, ha concluso l’esperto.
Fonte: JAMA Oncology
di Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)