(Reuters Health) -I reperti elettrocardiografici riscontrati negli atleti – che potrebbero sottendere una cardiomiopatia aritmogena ventricolare destra (ARVC) – in realtà potrebbero essere semplicemente dovuti alla dislocazione anteriore del ventricolo destro. Secondo Maria Brosnan, del St. Vincent’s Hospital di Melbourne (Australia), autrice di un’indagine in proposito, nei soggetti indirizzati alla Risonanza Magnetica cardiaca sulla base di reperti elettrocardiografici di inversione dell’onda T precordiale destra suggestiva di ARVC, la portata della dislocazione laterale dell’apice ventricolare destro in direzione dell’ascella rappresenta un’importante componente della valutazione del paziente.
Secondo la ricercatrice, “in assenza di caratteristiche radiologiche suggestive di ARVC, questi cambiamenti elettrocardiografici potrebbero riflettere semplicemente la posizione cardiaca all’interno del torace piuttosto che una situazione patologica”. La maggior parte dei pazienti con ARVC conclamata presentano un’inversione dell’onda T precordiale destra alle derivazioni V2-V3 (TWIV2-3): questo fenomeno è poco comune nella popolazione generale e viene osservato più di frequente fra gli atleti che fanno sport di resistenza: questo studio è stato appunto effettuato su 68 atleti di questo tipo e 41 soggetti di controllo. In base a quanto riscontrato, negli atleti di resistenza sani la TWIV2-3 è associata alla dislocazione del ventricolo destro verso l’ascella sinistra piuttosto che ad una dilatazione o ipertrofia del ventricolo destro stesso: l’inversione potrebbe dunque essere spiegata dalla posizione del ventricolo destro in relazione a quella delle derivazioni superficiali dell’ECG”.
Secondo alcuni esperti non è noto come mai una percentuale relativamente bassa di atleti presenti alterazioni cardiache che portano alla dislocazione laterale del ventricolo destro, ma questo studio aiuta a comprendere i cambiamenti anatomici che sembrano spiegare l’inversione dell’onda T anteriore negli atleti. Un’inversione del genere, oltre la derivazione V1, è rara negli adulti sani e dovrebbe portare al sospetto che il paziente sia affetto da una patologia genetica come la displasia ventricolare destra: essa è associata ad ingrossamento del ventricolo destro ed a sostituzione del muscolo ventricolare destro con tessuto cicatriziale e adiposo. Questa patologia può causare aritmie ventricolari, fra cui la tachicardia ventricolare, e la morte improvvisa.
Fonte: JACCEP online 2015, pubblicato il 20/4
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)