Il 17 marzo è stato il giorno in cui i ghiacci che ricoprono il mare dell’Artico arrivano alla loro massima estensione ma stando ai dati Nasa non è stato un giorno da festeggiare. Il ghiaccio marino artico ha infatti fatto registrare uno dei livelli più bassi mai registrati, arrivando a 14,48 milioni di chilometri quadrati.
I dati
La cifra supera di poco – appena 60mila chilometri quadrati – il livello del 2017, che mantiene il primato negativo. Rispetto alla media però, calcolata nel periodo 1981-2010, sono mancati all’appello 1,16 milioni di chilometri quadrati di copertura ghiacciata, pari alla superficie di Italia, Spagna e Germania messe insieme. Durante l’inverno appena trascorso, nell’Artico si sono verificati diversi episodi di riscaldamento, con temperature superiori anche di 40 gradi rispetto a quelle consuete.
A febbraio, in alcune aree, i termometri del Polo Nord hanno addirittura segnato temperature sopra il punto di congelamento. Le misurazioni satellitari del ghiaccio marino artico sono iniziate 39 anni fa e hanno fotografato una riduzione progressiva, osservano gli esperti, che evidenziano come gli ultimi quattro anni siano stati i peggiori mai visti dall’inizio delle registrazioni. “L’estensione del ghiaccio marino artico continua ad essere in una tendenza decrescente, e ciò è collegato al riscaldamento in corso dell’Artico”, spiega la scienziata Claire Parkinson del Goddard Space Flight Center della Nasa.