Analizzare l’attività dei geni per risalire all’ora esatta di un decesso. Potrebbe essere questa la nuova arma da utilizzare sulla scena di un crimine. La studio, pubblicato su Nature Communications e condotto da Roderic Guig del Centre for Genomic Regulation (CRG), presso l’Istituto di Scienza e Tecnologia di Barcellona ha analizzato l’attività dei geni in tessuti come la pelle, o di alcuni organi come i polmoni, per stabilire l’ora di un decesso.
Lo studio
Guig e i suoi colleghi hanno studiato i dati genetici di 36 tessuti differenti (dai polmoni alla pelle etc) conservati nell’ambito del progetto ‘Genotype-Tissue Expression’ (GTEx), una biobanca che raccoglie campioni di tessuti umani post-mortem.
I ricercatori spagnoli hanno scoperto che il tempo trascorso dal momento della morte di un individuo influenza il profilo di attività dei geni nei tessuti considerati (ad esempio la pelle, rapidamente e facilmente reperibile su un cadavere) e che questo effetto tempo sull’attività dei geni è diverso da tessuto a tessuto.
A partire da questa osservazione gli scienziati hanno sviluppato un modello per predire l’ora del decesso. Questo modello potrebbe integrare i metodi oggi in uso per migliorare i risultati di analisi forensi.