(Reuters Health) – Oltre a favorire un aumento degli spostamenti degli over 60, l’introduzione di viaggi gratuiti sui mezzi pubblici ridurrebbe i sintomi della depressione. Succede in Gran Bretagna, dove forse la situazione di autobus e metropolitane non è propriamente quella della capitale nostrana, ma secondo lo studio pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, il solo fatto di potersi spostare gratis per la città sui mezzi pubblici porterebbe a una riduzione del 12% dei sintomi della depressione tra gli anziani, preservando così la loro salute mentale grazie alla riduzione della solitudine e all’aumento dell’impegno sociale. A suggerirlo è uno studio inglese che ha seguito oltre 18mila persone per più di un decennio. La ricerca, coordinata da Erica Reinhard del King’s College di Londra, è stata pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health.
Lo studio
La probabilità che gli anziani vivano da soli aumenta con l’avanzare dell’età. Ma ricerche passate avevano dimostrato che gli anziani che restano impegnati in attività godono di una migliore salute fisica e mentale rispetto a chi è solo o isolato. Reinhard e colleghi hanno esaminato i dati raccolti su 18.453 residenti in Inghilterra di oltre 50 anni, intervistati una o più volte tra il 2002 e il 2014. Nel 2006, l’Inghilterra ha reso gratuiti i mezzi pubblici per gli over 60, estendendo poi il servizio a livello nazionale nel 2008. Grazie a questo, i ricercatori hanno potuto verificare cosa è successo prima e dopo l’introduzione dei viaggi gratuiti, evidenziando prima di tutto un aumento del 51% nell’uso dei mezzi pubblici.
I risultati
Complessivamente, l’8,9% del gruppo che preso parte allo studio avrebbe usato il trasporto pubblico ‘molto’ o quasi ogni giorno. Un altro 11,3% avrebbe usato i mezzi pubblici ‘abbastanza spesso’ o due o tre volte alla settimana, il 17,2% solo ‘a volte’ o da due a cinque volte al mese. Circa il 30% invece ha usato i trasporti pubblici raramente e il 32% mai. E dopo aver aggiustato i risultati sulla base di età, genere, disabilità e condizione occupazionale, i ricercatori hanno visto che l’aumento dell’uso dei trasporti pubblici sarebbe stato collegato a una diminuzione di un punto nella scala di valutazione a 8 punti per la misurazione dei sintomi della depressione. Tra i sintomi che le persone anziane vedevano risolti c’erano il ‘non godersi la vita’, avere difficoltà a dormire, sentirsi infelici, soli e tristi, non motivati. L’aumento nell’uso dei trasporti pubblici, però, non sarebbe stato collegato ad alcun cambiamento per quel che riguardava isolamento sociale o appartenenza a un gruppo. Inoltre, una limitazione dello studio, sarebbe dovuta al fatto che i ricercatori non avevano informazioni su dove vivevano i partecipanti, se in aree urbane, suburbane o rurali.
Un esempio da seguire
“Da parte dell’OMS – ha precisato Reinhard – c’è stata una spinta a rendere le città e le comunità più ‘amiche’ dell’età e sovvenzionare il trasporto pubblico è un modo per farlo. Questo studio dovrebbe motivare i politici di altri paesi ad adottare misure simili che incoraggino l’uso dei mezzi pubblici da parte degli anziani, per aumentare il loro impegno nel sociale e migliorare la loro salute mentale”, ha sottolineato. Stephanie Cacioppo, dell’Università di Chicago, convinta dell’importanza di questo servizio per ridurre la solitudine tra gli anziani, pensa però che “questo non sarà un obiettivo facilmente raggiungibile. Dare passaggi gratuiti – ha spiegato – non è sufficiente per aiutare le persone a interagire tra loro. Condividere i bei tempi e fornire e ricevere aiuto è più importante”, ha concluso l’esperta.
Fonte: Journal of Epidemiology and Community Health
di Cheryl Platzman Weinstock
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)