(Reuters Health) – Nelle donne afro-americane, soffrire di alopecia cicatriziale centrale centrifuga (CCCA – central centrifugal cicatricial alopecia) aumenterebbe di cinque volte il rischio di sviluppare un fibroma uterino, in particolare il leiomioma. È quanto hanno evidenziato Crystal Aguh e colleghi, del Johns Hopkins University Hospital di Baltimora, in uno studio retrospettivo pubblicato da JAMA Dermatology.
Lo studio
La ricerca ha coinvolto 487mila donne afro-americane visitate presso lo Johns Hopkins University Hospital di Baltimora in un arco di tempo di quattro anni. Augh e colleghi hanno identificato 447 donne, pari allo 0,09%, con CCCA. Tra queste, il 13,9% ha avuto un leiomioma uterino rispetto al 3,3% delle donne che non soffrivano di alopecia. “È noto che i fibromi siano più comuni tra le donne afro-americane– spiega Augh– ma questo studio dimostra che, tra quelle che soffrono di CCCA, la probabilità di svilupparne uno è cinque volte maggiore. Il fatto che l’alopecia cicatriziale e fibromi siano correlati alla cicatrizzazione in eccesso e alla deposizione di tessuti fibrotici, fa prevedere che ci siano delle somiglianze nel modo in cui si sviluppano”, precisa Augh.
Le conclusioni
Come evidenziato dagli stessi ricercatori, dati, raccolti in un solo centro, “potrebbero non essere applicabili alla popolazione generale”. Inoltre, i risultati potrebbero sottostimare la frequenza dei leiomiomi nelle pazienti con alopecia “perché le donne coinvolte sono state solo quelle che si erano rivolte al centro per avere una valutazione a causa della perdita di capelli”. In ogni caso, “i medici dovrebbero sottoporre a screening le pazienti con CCCA per valutare l’eventuale presenza di un fibroma uterino, informandosi se le donne hanno cicli mestruali dolorosi, emorragie intense, anemia inspiegabile o difficoltà a concepire”, conclude Augh , sottolineando l’importanza di condurre “studi più ampi per comprendere meglio come possono essere collegate queste due condizioni”.
Fonte: JAMA Dermatology
Megan Brooks
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)