Il cielo nuvoloso dipende anche dallo spazio. Esiste infatti uno stretto legame tra esplosioni stellari e cambiamenti climatici in quanto quando i raggi cosmici, ossia le particelle cariche di energia prodotte dalle stelle, arrivano sulla Terra, interagiscono con l’atmosfera accelerando la formazione delle nubi. A dimostrarlo è stato uno studio pubblicato su Nature Communications e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Danimarca.
La ricerca spiega “come le particelle provenienti dallo spazio influenzino il clima sulla Terra e forniscano una comprensione di come i cambiamenti causati dall’attività solare o dall’attività delle supernova possano cambiare il clima”, ha dichiarato l’autore dello studio, Henrik Svensmark, dell’Istituto spaziale danese e dell’Università di Danimarca.
Quando i raggi cosmici raggiungono l’atmosfera caricano elettricamente le particelle che vi si trovano. Queste ultime, ovvero gli ioni, aiutano la formazione dei ‘semi’ da cui si sviluppano le nubi: microparticelle (aerosol) con una grande affinità con l’acqua chiamate nuclei di condensazione delle nuvole. Più i nuclei di condensazione sono abbondanti, più le nuvole saranno numerose e il clima sarà freddo perché una maggiore copertura nuvolosa diminuisce il flusso di raggi solari che arriva sulla superficie della Terra e tende ad abbassare la temperatura media del pianeta.
Era noto che circa il 5% del tasso di crescita degli aerosol è dovuto agli ioni, ma gli esperimenti hanno dimostrato che l’esplosione di una supernova non troppo lontana dalla Terra potrebbe alzare la percentuale al 50%. Un tale incremento può avere un impatto significativo sulla copertura nuvolosa e quindi sulla temperatura dell’atmosfera terrestre. Nell’esperimento è stata riprodotta in laboratorio una porzione di atmosfera terrestre simulando gli effetti dei raggi cosmici su di essa. I test sono durati 2 anni, per un totale di 3.100 ore di campionamento dei dati.