Il lavoro deve rimanere in ufficio. Che l’essere sempre reperibile anche quando si è in famiglia, o il controllare spesso la casella di posta per rispondere a mail di lavoro faccia male alla salute, è ora confermato da uno studio guidato dall’Università di Zurigo, pubblicato sulla rivista Journal of Business and Psychology.
Lo studio
La ricerca ha coinvolto 1.916 impiegati provenienti da una vasta gamma di settori nei paesi di lingua tedesca, che hanno preso parte a un sondaggio online. L’età media era di 43 anni e la metà lavorava 40 ore o più a settimana. E’ stato chiesto loro quanto fossero in grado di gestire i confini tra il lavoro e la vita privata, tenendo conto di alcuni indicatori: ad esempio, quanto spesso portassero a casa il lavoro, lavorassero nei fine settimana e pensassero a ciò che c’era da fare in ufficio durante il loro tempo libero.
I partecipanti hanno anche indicato se trovavano il tempo per rilassarsi dopo il lavoro socializzando o facendo sport. Per misurare il benessere, i ricercatori hanno preso in considerazione la sensazione di sentirsi esausti a livello fisico ed emotivo e il senso di equilibrio tra lavoro e altre attività.
I risultati
Dall’analisi delle risposte è emerso che coloro che non avevano organizzato una netta separazione tra lavoro e tempo libero avevano anche meno probabilità di partecipare ad attività che li avrebbero aiutati a rilassarsi e a riprendersi dalle tante aspettative del lavoro. Erano quindi più esausti e provavano un minore senso di equilibrio e benessere in diversi aspetti chiave della loro vita.