Sempre più cemento ad aumentare l’inquinamento da gas serra. Le stime sono allarmanti: si calcola che ogni 5 giorni è come se venisse edificata tutta la città di Parigi in nuovi palazzi. Come se non fosse abbastanza, più della metà dei nuovi edifici previsti entro il 2060 saranno costruiti entro i prossimi 20 anni. A lanciare l’allarme è il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction, associazione di governi e industria, nata con gli accordi di Parigi del 2015 per promuovere un’edilizia più pulita.
Edilizia spregiudicata
Palazzi ed edifici sono responsabili del 39% delle emissioni di anidride carbonica, ma il settore edile continua a crescere senza sosta: nel 2016 si stima che i metri quadrati costruiti siano arrivati a 235 miliardi e nei prossimi 40 anni si calcola che verranno costruiti altri 230 miliardi di metri quadrati. E le cose non promettono bene, visto che due terzi dei nuovi edifici saranno realizzati in paesi privi di codici energetici obbligatori per le costruzioni.
“Questa crescita così rapida non sarà senza conseguenze”, avverte Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia. I dati già ne mostrano gli effetti: le emissioni di anidride carbonica degli edifici sono aumentate di circa l’1% l’anno tra il 2010 e 2016, e sono state rilasciate 76 gigatonnellate di emissioni cumulative. Per raggiungere gli obiettivi di Parigi, bisognerebbe migliorare del 30% l’intensità di energia spesa per metro quadrato entro il 2030 e far sì che i nuovi edifici costruiti nel mondo nei prossimi 10 anni siano ad energia ed emissioni zero.
L’uso di sistemi di controllo intelligente e apparecchi connessi potrebbe aiutare a ridurre globalmente il consumo energetico degli edifici del 10%. Non solo: i sistemi di controllo intelligenti da soli potrebbero far risparmiare fino al doppio dell’energia spesa nel 2017 dal settore. “Il settore edile sta compiendo dei progressi nel ridurre le sue emissioni – commenta Erik Solheim, capo dell’Agenzia Onu per l’ambiente – ma è ancora troppo poco, e si fa troppo lentamente”.