(Reuters Health) – Un integratore a base di probiotici, da assumere per via orale, sarebbe in grado di ridurre la gravità della dermatite atopica e l’uso di steroidi per via topica nelle fasi di riacutizzazione. E’ quanto emerge da uno studio coordinato da Vincente Navarro-Lopez della Saint Anthony Catholic University San Antonia in Murcia (Spagna). I risultati sono stati pubblicati da JAMA Dermatology.
Lo studio
Navarro-Lopez e colleghi hanno condotto uno studio randomizzato di 12 settimane su 50 bambini e ragazzi di età compresa tra quattro e 17 anni con un indice SCORAD, che misura la gravità della dermatite atopica, moderato. Il gruppo trattato riceveva una capsula di polvere liofilizzata contenente ceppi di Bifidobacterium lactos CECT 8145, B. longum CECT 7347 e Lactobacillus casei CECT 9104. Rispetto al placebo, i ragazzi che assumevano i probiotici avevano una riduzione statisticamente significativa di 19,2 punti nel punteggio SCORAD alla fine del trattamento di 12 settimane.Inoltre, i ricercatori hanno riscontrato una riduzione anche nell’uso di steroidi per via topica nelle riacutizzazioni, con 7,7% nel gruppo trattato con i probiotici contro 10,8% tra quelli trattati con placebo. “Le alterazioni del microbiota potrebbero, almeno in parte, spiegare alcune patologie epidemiche come l’obesità e la dermatite atopica”, spiega Vincente Navarro-Lopez. “Noi ipotizziamo che modificando il microbiota si possano migliorare queste malattie”, ha concluso Navarro-Lopez.
I commenti
Secondo Adnan Mir, della UT Southwestern di Dallas, “la dermatite atopica è molto comune e si verifica a causa di diversi fattori tra cui la genetica, l’ambiente e la dieta. Per questo motivo non esiste un intervento che funzioni in modo esclusivo, ma tutti devono essere presi in considerazione per il trattamento”. Ma anche se questo studio dimostra che i probiotici possono essere un’efficace terapia aggiuntiva, “la popolazione in studio era abbastanza omogenea, per questo saranno necessari ulteriori ricerche”, sottolinea l’esperto. Un altro limite dello studio, inoltre, sarebbe costituito dal fatto che i bambini considerati avevano un’età superiore ai quattro anni, quando normalmente la dermatite inizia prima. Howard Pride, del Dipartimento di Dermatologia al Geisinger Health System di Danville, in Pennsylvania, evidenzia un altro limite della ricerca. “Lo studio è durato solo 12 settimane, ma la dermatite atopica è una malattia cronica” e dunque non è detto che i risultati positivi evidenziati da Navarro-Lopez “si manterranno nel tempo”.
Fonte: JAMA Dermatology
Marilynn Markin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)