(Reuters Health) – Un semplice punteggio, chiamato HANDOC, potrebbe aiutare a indicare quali casi di batteriemia streptococcica non beta-emolitica hanno bisogno di essere valutati con ecocardiografia per escludere una eventuale endocardite infettiva. A metterlo a punto è stato un team svedese, coordinato da Torgny Sunnerhagen della Lund University. Il metodo è stato presentato su Clinical Infectious Diseases.
La premessa
Lo stresptococco non beta-emolitico (NHBS) è responsabile del 44% dei casi di endocardite infettiva, ma non tutti i pazienti sviluppano un’infezione a livello del cuore e non ci sono sistemi per valutare quali pazienti devono sottoporsi a ecocardiografia transesofagea.
Lo studio
Per sviluppare il punteggio di rischio, Sunnerhagen e colleghi hanno valutato 340 pazienti che avevano un’infezione NBHS, di cui 26 con endocardite, 197 con endocardite non infettiva e 117 senza informazioni sulla endocardite. I ricercatori svedesi hanno quindi preso in considerazione variabili che consentirebbero di distinguere tra endocarditi infettive e non infettive. Così hanno sviluppato un punteggio a sei componenti basato su: soffio al cuore o problemi alle valvole cardiache, tipologia di batterio coinvolto tra S. mutans, S. bovis, S. sanguinis o S. anginosus; numero di colture del sangue positive, se due o più; durata dei sintomi, se sette giorni o più; se è presente nel sangue solo una specie batterica e se l’infezione è stata acquisita in comunità o in ambiente ospedaliero. A ogni componente del punteggio viene assegnato un punto per un punteggio totale che varia da 0 a 6. Al punteggio soglia stabilito tra 2 e 3, la sensibilità sarebbe stata del 100% e la specificità del 75%, con un’accuratezza complessiva del 96% nel distinguere tra pazienti che potevano aver sviluppato o meno un’endocardite infettiva. E simili risultati sarebbero stati ottenuti nella coorte considerata per validare il test, nella quale un punteggio HANDOC pari a 3 o superiore sarebbe stato sensibile per il 100% e specifico per il 76%. Compresi i pazienti con diagnosi finale sconosciuta, infatti, il 77% dei casi senza endocardite infettiva aveva un punteggio di 2 o inferiore. Se il punteggio fosse stato utilizzato per capire se fare o meno l’ecocardiografia, l’esame diagnostico sarebbe stato eseguito sul 31% dei pazienti invece che sul tasso effettivo del 42%.
I commenti
“Ci aspettiamo che il nostro punteggio venga utilizzato come screening primario per determinare o meno se continuare con esami diagnostici – afferma Sunnerhagen – La cosa più interessante è stato scoprire l’importanza dei diversi ceppi batterici”. Secondo George Heriot del Royal Melbourne Hospital, in Australia, “i medici dovrebbero sapere che solo una piccola minoranza, circa il 10%, dei pazienti con NBHS, hanno endocarditi e quelli che la sviluppano hanno caratteristiche cliniche distintive. L’utilità di questo test – sottolinea l’esperto – è che riesce a individuare i pazienti a rischio molto basso”.
Fonte: Clinical Infectious Diseases
di Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)