(Reuters Health) – Una bassa densità minerale ossea (BMD – Bone Mineral Density) sarebbe associata all’aumento del rischio di aneurisma intracranico, la rottura delle arterie a livello cerebrale. È quanto avrebbe evidenziato una ricerca coordinata da Yong-Won Shin del Seoul National University Hospital, in Corea del Sud. I risultati sono stati pubblicati su JAMA Neurology.
La premessa
Secondo i ricercatori sudcoreani, componenti della matrice extracellulare si trovano nelle pareti delle arterie intracraniche e nelle ossa e queste componenti sono alterate sia a seguito ad un aneurisma intracranico che nell’osteoporosi. Entrambe le malattie, infine, sono più comuni nelle donne. Da qui l’intuizione che gli ormoni sessuali potrebbero svolgere un ruolo nella patogenesi di queste condizioni.
Lo studio
Per verificare la loro ipotesi sul collegamento tra bassa BMD e rischio di aneurisma intracranico, Shin e colleghi hanno valutato 12.785 persone, di cui il 56% donne, che si erano sottoposte a diversi esami tra cui angiografia del cervello e densitometria minerale ossea, tra il dicembre 2004 e il novembre 2015. Inoltre, i ricercatori sudcoreani hanno analizzato un sottogruppo di 8.722 soggetti ‘a rischio’, incluse donne in postmenopausa e uomini di età superiore ai 50 anni. Dai risultati è emerso che l’aneurisma intracranico si è verificato nel 3,7% dei partecipanti e nel 4,6% del gruppo a rischio. Complessivamente, i pazienti nel terzile inferiore o mediano di BMD avrebbero avuto una maggiore probabilità di soffrire di aneurisma intracranico rispetto a quelli del terzile superiore. Il terzile inferiore per densità minerale ossea, inoltre, sarebbe stato associato anche a un aneurisma più grande di 3 millimetri. E l’associazione tra bassa BMD e aumento delle dimensioni dell’aneurisma sarebbe stata maggiore nella popolazione a rischio. In questo gruppo, infine, un basso punteggio di densità minerale ossea sarebbe stato associato anche al rischio di aneurismi multipli. “La densità minerale ossea è un fattore di rischio finora non considerato per gli aneurismi intracranici – ha dichiarato Shin – e i medici dovrebbero essere consapevoli di questa associazione”. “Il collegamento tra BMD e aneurisma intracranico potrebbe essere dovuto alla condivisione di componenti del tessuto connettivo e a fattori correlati, effetti ormonali e altri meccanismi”, scrivono gli autori, che hanno aggiunto che i risultati in realtà non indicano che le persone con una bassa densità ossea dovrebbero essere sottoposte a esami per evidenziare aneurismi intracranici. “Non è consigliabile usare tecniche di imaging per cercare aneurismi, a meno che non ci sia una storia familiare o una malattia renale policistica autosomica dominante”, hanno concluso.
Fonte: JAMA Neurology
di Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)