Un test sonoro per predire l’Alzheimer. E’ questo l’obiettivo dello studio condotto presso l’Università di Zagabria e pubblicato su Human Brain Mapping. Grazie a questo metodo, in grado di fornire una risposta binaria (positiva o negativa, ovvero si ammalerà o non si ammalerà), i ricercatori hanno intuito che il cervello delle persone destinate ad ammalarsi di Alzheimer (ovvero che hanno già la malattia in fase preclinica, ancora senza sintomi) ‘reagisce’ diversamente a una serie di stimoli sonori, rispetto a quello di una persona sana che non si ammalerà.
Lo studio
In pratica, spiega Sanja Josef Golubic che ha condotto il lavoro, la metodologia consiste nel registrare (con sonde esterne appoggiate sulla testa) la presenza di piccolissimi campi magnetici emessi da una certa area del cervello (una parte della corteccia prefrontale) in risposta a due serie di stimoli sonori differenti.
Studiando pazienti con Alzheimer e persone sane di controllo Golubic ha visto inizialmente che la corteccia prefrontale dei malati di Alzheimer non produce campi magnetici come reazione all’ascolto delle due serie di toni, cosa che invece avviene negli individui sani.
In un secondo momento Golubic ha visto che alcuni dei soggetti di controllo (apparentemente sani) reagivano solo a una delle due serie di toni fatte loro ascoltare. Queste persone, sottoposte a batterie di test (cognitivi, di memoria etc), sono risultate compatibili con il quadro clinico di soggetti con deficit cognitivi e potenzialmente a rischio demenza.
Serviranno ora nuovi studi su altri campioni di individui e osservazioni a lungo termine per vedere chi degli individui testati con risposta alterata al test dei toni sonori si ammalerà effettivamente di Alzheimer.