(Reuters Health) – L’ipotiroidismo, dopo i 50 anni, sarebbe associato a un allungamento della vita media rispetto a alla condizione di pertiroidismo. È quanto emerge da una nuova analisi dei dati raccolti nell’ambito del Rotterdam Study. I risultati della ricerca, coordinata da Arjola Bano, dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, in Olanda, sono stati pubblicato da JAMA Internal Medicine.
Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i dati raccolti su 7.785 uomini e donne, seguiti per un periodo medio di otto anni. In questo intervallo di tempo si sono verificati 789 episodi di malattie cardiovascolari e 1.357 morti. Gli uomini e le donne nel terzile superiore per quel che riguardava i livelli di tirotropina hanno vissuto, rispettivamente, 2 e 2,4 anni in più. Inoltre hanno vissuto 1,5 e 0,9 anni in più senza soffrire di malattie cardiovascolari. Viceversa, gli uomini e le donne con il terzile più alto di tiroxina libera (FT4) hanno vissuto, rispettivamente, 3,2 e 3,5 anni in meno di quelli del terzile inferiore, mentre l’aspettativa di vita senza malattie cardiovascolari era di 3,1 e 2,5 anni più breve. “A 50 anni le persone con ipotiroidismo vivono fino a 3,5 anni di più di coloro che soffrono di ipertirpoidismo. Inoltre, le persone con ipotiroidismo vivono più a lungo senza malattie cardiovascolari rispetto a quelli con ipertiroidismo”, ha sintetizzato Arjola Bano.
L’iperattività della tiroide è dannosa ed è associata ad un aumento di frequenza cardiaca, contrattilità del miocardio e ipercoagulabilità, tutte condizioni correlate alle malattie cardiovascolari e alla mortalità. Inoltre, gli elevati livelli di ormoni tiroidei possono anche aumentare la produzione di specie reattive dell’ossigeno e “possono influenzare l’attività cognitiva, la conduzione nervosa, la densità minerale ossea, contribuendo così ad aumentare il rischio di demenza, osteoporosi e morte”, scrivono gli autori.
Lo studio Rotterdam aveva in precedenza dimostrato che l’ipotiroidismo era associato con un aumento del rischio di diabete o di steatosi epatica non alcoolica, mentre l’ipertiroidismo sarebbe associato a un aumento del rischio di fibrillazione atriale o demenza, ha spiegato Bano, sottolineando che “sarebbe interessante studiare gli effetti dell’ipo e dell’ipertiroidismo in altri gruppi etnici rispetto ai bianchi, presi in considerazione per questo studio”.
Fonte: JAMA Internal Medicine
Anne Harding
(Versione italiana Qjuotidiano Sanità/Popular Science)