(Reuters Health) – Il trattamento endovascolare dell’ictus aiuta a recuperare materia bianca a livello cerebrale anche dopo ore dall’insorgenza dei primi sintomi. A ipotizzarlo è uno studio tedesco coordinato da Justus Kleine, del Charite-Universitaetsmedizin di Berlino. I risultati sono stati pubblicati da Stroke.
Lo studio
I ricercatori tedeschi hanno esaminato gli eventi, i fattori determinanti e il significato clinico del recupero di materia bianca dopo ricanalizzazione su 322 pazienti con occlusione dell’arteria cerebrale media ,in cui il trombo era stato frantumato meccanicamente. La maggior parte dei pazienti, il 63,4%, mostrava qualche danno a livello di materia bianca, oltre che alla materia grigia, mentre il restante 36,6% aveva avuto un infarto cerebrali senza danni a livello della materia bianca. Il recupero di questo tessuto era evidente nel 43,6% dei pazienti trattati con successo, ma solo nel 7,9% dei casi in cui la ricanalizzazione non era riuscita, ed è stato associato con un tempo minore intercorso tra l’inizio dei sintomi e la ricanalizzazione. Tuttavia, un tempo medio di 251 minuti tra sintomi e ricanalizzazione, secondo gli autori, indicherebbe che l’infarto a livello della materia bianca non comincia se non diverse ore dopo l’inizio dei sintomi.
Le conclusioni
I pazienti in cui si registrava un recupero di materia bianca mostravano un miglioramento dei punteggi NIH Stroke Scale, otto punti rispetto a quattro di chi non recuperava materia bianca, e risultati neurologici con tassi molto più alti, 60,2% rispetto a 20,6%. Il miglioramento si è verificatonche a livello di funzionalità, valutata con il Rankin score modificato inferiore a 2, sia al momento della dimissione (57,3% rispetto a 23,1%), che dopo 90 giorni (76,1% rispetto a 36%). Infine, il peggioramento neurologico post-infarto e il gonfiore erano significativamente più comuni tra chi aveva infarti a livello di materia bianca rispetto al chi non li aveva, e la mortalità intraospedaliera era più bassa con recupero di materia bianca, rispetto a chi aveva infarti a questo livello (2,5% versus 10,3%).
I commenti
“Il trattamento endovascolare dell’ictus è efficace in molti pazienti e ha un buon profilo di sicurezza – di ce Justus Kleine – I criteri per l’esclusione devono avere ragioni specifiche e i limiti temporali sono inadeguati e dovrebbero non essere considerati”. Secondo l’esperto, infatti “le decisioni sul trattamento più opportuno devono essere prese valutando ciascun caso e devono basarsi su diversi fattori, come la gravità dell’ictus, il sito di occlusione, l’accessibilità al vaso, gli effetti collaterali e le evidenze di danni irreversibili che emergono da esami di imaging, tomografia o risonanza magnetica”. Kleine è convinto che la conservazione di materia bianca possa costituire un obiettivo terapeutico nelle fasi successive all’evoluzione dell’infarto cerebrale. “Valutare lo stato della materia bianca potrebbe essere utile quando si tratta di decisioni cliniche in casi ambigui”, conclude l’esperto.
Fonte: Stroke
Will Boggs
(Versione Quotidiano Sanità/Popular Science)