Eternamente giovane, il dodo, il simpatico volatile che viveva sull’isola di Mauritius, si è ormai estinto da tempo, ma un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports ha dato nuova luce ad alcuni aspetti ancora poco chiari. Il tutto è stato possibile grazie all’analisi di 22 ossa fossili di 22 esemplari
Lo studio
I ricercatori, coordinati da Delphine Angst, dell’Università sudafricana di Cape Town, hanno analizzato i resti di questo uccello che non sapeva volare raccolti in diversi siti dell’isola per comprendere la crescita e il suo comportamento riproduttivo. Molti dei campioni di ossa studiati appartenevano a uccelli giovani e questo fa pensare che il dodo crescesse molto rapidamente, e raggiungesse presto la maturità sessuale, ma impiegasse poi diversi anni per raggiungere la maturità scheletrica, come se fosse una sorta di ”eterno adolescente”.
Le percentuali di calcio osservate nelle ossa, inoltre, potrebbero essere la prova che il volatile, come altri uccelli, sperimentasse la muta e quindi rinnovasse periodicamente il piumaggio. Poiché la muta può generare cambiamenti significativi nell’aspetto degli uccelli, in termini di colore e tipo di piuma, ciò può spiegare le molte discrepanze presenti nella descrizione del dodo nei racconti storici.
Sulla base dei risultati, gli autori ipotizzano che la stagione riproduttiva del dodo cominciasse intorno ad agosto, con l’ovulazione nelle femmine. Dopo la schiusa, i pulcini crescevano rapidamente e diventavano presto robusti per resistere alle dure condizioni della stagione estiva dell’emisfero australe e ai cicloni che colpiscono l’isola nel periodo compreso tra novembre e marzo.
Secondo lo studio, la muta aveva inizio alla fine dell’estate australe, intorno a marzo, e cominciava dalla sostituzione delle piume delle ali e della coda. Così, alla fine di luglio, il rinnovamento delle piume era completato in tempo per la successiva stagione di riproduzione.