Una corretta e sana alimentazione potrebbe migliorare la sopravvivenza nelle donne alle quali viene diagnosticato un cancro ovarico. A evidenziare l’importanza del rapporto tra dieta e progressione della malattia in questa categoria di pazienti, un gruppo di ricercatori del QIMR Berghofer Institute of Medical Research e della University of Queensland School of Public Health a Herston, il cui studio è stato pubblicato sul British Journal of Cancer.
Lo studio
In uno studio caso-controllo, Penelope M. Webb e i suoi colleghi che hanno condotto un ampio studio caso-controllo sulle donne australiane. A tal fine i ricercatori hanno utilizzato i dati relativi a 811 donne che avevano preso parte all’Australian Ovarian Cancer Study, tutte di età compresa tra i 18 e i 79 anni con una diagnosi di carcinoma ovarico epiteliale invasivo, tubarico o di cancro peritoneale primario diagnosticati tra il 2002 e il 2006. Le partecipanti hanno compilato un questionario sull’alimentazione, già validato sulla popolazione australiana, mirato a valutare qualità e quantità della dieta quotidiana; il test permette, infatti, di verificare la frequenza di assunzione di 135 alimenti. Le donne, in media, avevano completato il questionario 3,3 mesi dopo la diagnosi, e l’assunzione dietetica veniva valutata per l’anno prima della diagnosi. “Abbiamo seguito le donne per una media di sei anni dopo la diagnosi e hanno fornito informazioni molto dettagliate sugli esiti delle loro malattie”, precisa Webb.
Risultati
I ricercatori hanno dimostrato che le donne che si trovavano nel più alto quartile per l’assunzione di fibre hanno migliorato la sopravvivenza rispetto a quelle del quartile più basso (rapporto di rischio, 0,69; intervallo di confidenza del 95%, da 0,53 a 0,90). Come precisano gli autori sul loro articolo, è stato evidenziato una forte associazione tra l’aumento del consumo di frutta e la diminuzione della mortalità nelle pazienti, e non solo. Il trend inversamente proporzionale era valido anche per il consumo di verdure a foglia verde, pesce e con un elevato rapporto tra grassi polinsaturi e monoinsaturi: nelle donne che ne assumevano di più la mortalità era ridotta. Inoltre, le donne che mostravano una sopravvivenza significativamente peggiore quando seguivano una dieta con indice glicemico più elevato. “Questi risultati sollevano la possibilità che le scelte dietetiche dopo la diagnosi possano migliorare la sopravvivenza – afferma Webb – Sono necessarie ulteriori ricerche, inclusi studi randomizzati, per confermare se la dieta dopo la diagnosi e il trattamento per il cancro ovarico possa avere un impatto sull’esito della malattia”.
Br J Cancer 2017
di Rita Buckley
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)