(Reuters Health) – In occasione del Congresso ASCO, un gruppo di ricercatori statunitensi ha divulgato i risultati di una ricerca che dimostra come le migliori strategie di trattamento per i tumori pediatrici aiutino i sopravvissuti a vivere più a lungo e con meno gravi problemi di salute legati al loro trattamento. Lo studio si basa sull’analisi di dati provenienti da 23.600 partecipanti allo studio Survivor sul cancro infantile finanziato dal National Institutes of Health. L’indagine ha dimostrato che le gravi condizioni di salute che si verificano nei superstiti entro 15 anni dalla diagnosi di un cancro infantile sono scese percentualmente all’8,8% negli anni ’90. Negli anni ’70 la percentuale si attestava al 12,7%. “I risultati mostrano che i sopravvissuti a un cancro in età infantile, se trattati con gli approcci più moderni come la riduzione dell’esposizione alle radiazioni e minori dosaggi di chemioterapia, stanno meglio”, dice Todd Gibson del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, che ha condotto lo studio.”Non solo guarisce un maggior numero di bambini, ma i sopravvissuti presentano anche un minore rischio di sviluppare più tardi nella vita gravi problemi di salute legati ai trattamenti contro il cancro”.
Lo studio
I ricercatori si sono concentrati sui gravi problemi di salute, pericolosi per la vita o mortali che si sono verificati entro 15 anni dalla diagnosi di un cancro pediatrico tra il 1970 e il 1999. I maggiori problemi di salute relativi al trattamento si sono verificati nei sopravvissuti al tumore di Wilms, un raro cancro ai reni. In questo gruppo, le complicazioni gravi sono scese al 5% negli anni ’90, percentuale molto più bassa rispetto al 13% degli anni ’70. Nei sopravvissuti al linfoma di Hodgkin infantile, il tasso di complicazioni è sceso all’11%, dal 18% negli anni ’70. Sono stati osservati miglioramenti anche nei bambini colpiti da astrocitoma, il secondo più comune cancro dell’infanzia e in quelli affetti da leucemia linfoblastica acuta, il più comune cancro infantile. Non sono state osservate riduzioni degli effetti collaterali a lungo termine nei sopravvissuti al neuroblastoma, alla leucemia mieloide acuta, al sarcoma dei tessuti molli e all’osteoscarcoma.
I miglioramenti
I miglioramenti maggiori sono stati osservati a livello del sistema endocrino, (diabete, malattie della tiroide, carenza di ormoni della crescita). I ricercatori hanno rilevato la marcata riduzione della percentuale di patologie di questo sistema che si attesta all’1,6% nei sopravvissuti a una forma di cancro infantile negli anni ’90, rispetto al 4% rilevato negli anni ’70. L’insorgenza di nuovi tumori secondari è scesa all’1,6% negli anni ’90 contro il 2,4% negli anni ’70. Anche le condizioni gastrointestinali e neurologiche sono migliorate. Invece non sono stati osservati miglioramenti delle complicanze cardiache o polmonari.
Fonte: ASCO 2017
Julie Steenhuysen
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)