Si alternano ogni 2 anni e regolando la comparsa di macchie, le eruzioni e i getti di gas che scandiscono l’attività della nostra stella. Sono le stagioni. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Communications e finanziata dalla Nasa e dalla National Science Foundation, si deve al gruppo di ricercatori coordinato dal Centro per la ricerca atmosferica degli Stati Uniti (Ncar).
Fino ora si era a conoscenza del fatto che il Sole alternasse periodi più irrequieti, come quello in cui ci troviamo ora, a periodi di relativa tranquillità ad intervalli di circa 11 anni e che questi facessero parte di cicli di 22 anni. Grazie a questo studio, ora sappiamo che all’interno dei cicli di 11 anni esistono delle stagioni di 2 anni che hanno un’influenza diretta sulla comparsa della macchie solari che interferiscono con i segnali radio della Terra. Questo segna un passo in avanti verso la possibilità di prevedere in modo più preciso l’arrivo di una tempesta solare potenzialmente pericolosa per i satelliti per le telecomunicazioni o per le reti elettriche.
”Quello che stiamo osservando è una sorta di ‘pilota’ delle tempeste solari”, dice Scott McIntosh che ha coordinato lo studio. Comprendere meglio il comportamento del campo magnetico del Sole, rileva, potrebbe aiutare a ”migliorare sensibilmente le previsioni per il meteo spaziale”. A condizionare in modo importante le stagioni del Sole sono le variazioni nel campo magnetico solare, organizzato in ciascuno dei due emisferi in altrettante bande parallele all’equatore solare. Queste, spiega McIntosh, si alternano in modo molto simile a quanto avviene nelle zone della Terra in cui esistono soltanto due stagioni, quella secca e quella delle piogge.