(Reuters) – Preoccupa l’aumento dei casi di epatite C registrato negli USA. Secondo i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC) americani, tra il 2010 e il 2015 ci sarebbe stato un incremento delle infezioni del 300 per cento, dovuto soprattutto all’aumento dell’abuso di eroina e altre droghe iniettabili e alla difficoltà di accedere ai costosi farmaci che curano l’infezione. Il dato è stato diffuso nel Morbidity and Mortality Weekly Report. Nel 2015, il tasso annuale di epatite C era di 0,8 ogni 100mila persone, con quasi 34mila nuove infezioni. E per contrastare la diffusione del virus responsabile, l’Herpes virus C (HCV), secondo i CDC si dovrebbero implementare programmi di tutela per chi abusa di droghe iniettabili come l’eroina. In particolare, sembra che il ritorno all’uso di questa droga sia dovuto al fatto che è più economica degli analgesici oppioidi, che sono, tra l’altro, più difficili da reperire a causa di nuovi limiti alla prescrizione. Nel 2015, gli esperti hanno trovato che i tassi di HCV erano superiori alla media nazionale in 17 Stati. E mentre solo tre Stati avrebbero leggi che facilitano l’accesso agli oppioidi legalizzati e che forniscono servizi per chi abusa di droghe per via iniettabile, 24 hanno adottato politiche che restringono l’accesso ai medicinali per il trattamento dell’infezione da Herpes Virus C. Diciotto Stati, infine, non avrebbero programmi di tutela della salute pubblica che consentono accesso a siringhe nuove, scambio di aghi, decriminalizzazione del possesso di siringhe e vendita al dettaglio delle siringhe senza prescrizione medica. Per quel che riguarda la facilitazione all’accesso alle cure disponibili, infine, è importante sottolineare che i nuovi trattamenti per l’epatite C, messi a punto da Gilead, AbbVie e altre aziende, hanno un tasso di cura del 95% ed eliminano così l’infezione e la possibilità di trasmissione di un virus che, a lungo andare, potrebbe portare a cirrosi, cancro, alla necessità di trapianto del fegato o a morte.
Fonte: Morbidity and Mortality Weekly Report
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)