Rispetto a un’infezione da virus influenzale “gli anziani non solo sono fragili e a rischio complicanze ma possono rispondere anche meno bene ai vaccini, per questo è estremamente importante andare a identificare quel vaccino che è il migliore per determinare risposte forti nell’anziano. Il modello di Health technology assessment (Hta) sui vaccini adiuvati ha dimostrato che questi vaccini nell’anziano possono determinare, a un costo minore (rispetto agli altri vaccini antinfluenzali), un allungamento della sopravvivenza”. Così Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, commenta i risultati del primo modello di Hta realizzato su questa categoria di vaccini. Se ne è parlato a Roma durante un evento, promosso da Seqirus, per la presentazione dello studio. “Questo modello ci dice non solo che l’anziano va vaccinato per prevenire l’influenza con le sue complicanze, ma anche qual è il vaccino migliore che può essere utilizzato in questa popolazione”, sottolinea Rezza.
Lo studio fornisce una valutazione a 360 gradi di tutte le implicazioni cliniche, mediche, economiche, organizzative, etiche e sociali che la scelta di questo o quel vaccino influenzale può comportare. “L’Hta è uno strumento importante che mira a supportare le scelte dei decisori pubblici – afferma Chiara De Waure, Istituto di sanità pubblica, Università cattolica del Sacro Cuore – In questo caso, il vaccino adiuvato è stato messo a paragone con tutte e 3 le alternative disponibili per la prevenzione dell’influenza negli over 65 e abbiamo visto che, con un piccolo investimento, riusciamo a ottenere un beneficio incrementale importante rispetto alle alternative. In sanità bisogna investire, il risparmio è poi visibile nel medio-lungo termine”.
E in questo caso, il prezzo della salute si traduce in un investimento pari a “circa 3 mila euro per ogni anno di vita guadagnato – spiega Stefano Capri, School of Economics and management, Università Carlo Cattaneo-Liuc – abbiamo simulato cosa succederebbe utilizzando ciascuno dei quattro vaccini antinfluenzali attualmente disponibili o nessuno. Il Ssn risparmia solo se non si vaccina, ma in questo a guadagnarne non è di certo la salute. Mentre, il rapporto costo-efficacia più interessante è quello fornito dal trivalente audiuvato”.
Pur essendo, questa, la prima analisi nel suo genere su questo tipo di prodotto, “si ricorda che il vaccino trivalente audiuvato noi lo utilizziamo in Italia da più di 20 anni – afferma Caterina Rizzo, del Dipartimento di Malattie Infettive (DMI), Istituto Superiore di Sanità (ISS) – è un vaccino assolutamente sicuro ed efficace e che può essere somministrato senza nessuna difficoltà”.
Alcune anticipazioni sull’andamento della stagione influenzale 2016/2017 arrivano proprio dal dall’Iss. “Una stagione influenzale caratterizzata da un esordio anticipato che ha messo a letto circa il 10% della popolazione – spiega Rizzo – Si tratta di circa 5 mln e mezzo di persone colte da sindromi simili-influenzali. La particolarità è che mai come quest’anno abbiamo visto un’incidenza dell’influenza così alta negli over 65, probabilmente imputabile al fatto che quest’anno ha circolato il virus H3N2 che sappiamo colpire soprattutto gli anziani”. Per quanto riguarda le vaccinazioni “piano piano si osserva un miglioramento e speriamo con dei dati consolidati di poter dire che questo miglioramento è stato più corposo rispetto a quello che stiamo vedendo adesso (51% vs 49% della stagione precedente). Siamo comunque lontani dal target minimo previsto dal Ministero della Salute del 75% e dobbiamo tendere al 95% perché negli anziani significa salvare delle vite”, conclude l’esperta.
E ora la palla passa alle Regioni che dovranno decidere come indirizzare la propria scelta nelle gare di appalto. “L’impegno a cercare di armonizzare questo processo, ad esempio con delle raccomandazioni nazionali che faciliterebbero di molto la scelta”, commenta l’esperta. Ad oggi, infatti, si osserva una “risposta molto diversa a seconda nelle 21 realtà nazionali – commenta Alessandro Rossi, Responsabile area patologie acute, Società italiana medicina generale (Simg) – Da una parte questo studio ci permette di capire quale vaccino andrebbe scelto rispetto alla fascia di età dei pazienti. Il medico di medicina generale deve sapere che ha a disposizione, nella misura in cui viene messa a disposizione dalle Regioni e Asl di competenza, diverse tipologie di vaccini che possono essere profilate per diverse tipologie di pazienti: a ciascuno il suo”.
Dal punto di vista della sanità pubblica “stiamo lavorando proprio per convincere le autorità regionali ad utilizzare il vaccino più adatto per ciascuna fascia di popolazione – spiega Paolo Bonanni, Giunta nazionale società italiana di igiene, Medicina preventiva e sanità pubblica (Sitl) – La spesa farmaceutica totale in Italia si aggira intorno ai 27-28 miliardi di euro, di questi ne spendiamo circa 310/320 mln di euro per tutti i vaccini (1,2% della spesa farmaceutica totale). Quando pensiamo agli inibitori di pompa protonica (anti-ulcera) spendiamo circa 3 volte tanto, e un terzo delle prescrizioni per questi farmaci probabilmente sono inappropriati. Quindi, tecnicamente, sarebbe sufficiente eliminare l’inappropriatezza prescrittiva di questi farmaci per “ripagare” tutti i vaccini”.
di Attilia Burke