(Reuters Health )– Le donne colpite da osteoporosi devono essere trattate con un bifosfonato (alendronato, risedronato o acido zoledronico) oppure con denosumab, un anticorpo monoclonale, per ridurre il rischio di fratture. A suggerirlo sono le linee guida di pratica clinica aggiornate dall’American College of Physicians (ACP). “I medici devono prescrivere quando possibile farmaci generici per il trattamento di pazienti con osteoporosi e dovrebbero concentrarsi sull’importanza dell’aderenza ai farmaci, in particolare per i bifosfonati”, dice il presidente dell’ACP, Jack Ende. Le nuove linee guida, che aggiornano le raccomandazioni ACP del 2008 sulla prevenzione delle fratture da ridotta densità ossea e dell’osteoporosi, si basano sugli ultimi dati disponibili e sono state approvate dall’American Academy of Family Physicians. L’indicazione di trattare le donne affette da osteoporosi con un bifosfonato o con denosumab per ridurre il rischio di fratture dell’anca e vertebrali, è una “forte raccomandazione basata su evidenze di alta qualità”.
Le raccomandazioni
L’ACP raccomanda cinque anni di terapia farmacologica per le donne osteoporotiche, anche se questa è una modesta raccomandazione, con prove di bassa qualità. Inoltre, l’associazione scientifica raccomanda di offrire il trattamento con bifosfonati per ridurre il rischio di fratture vertebrali negli uomini nei quali è stata clinicamente riscontrata osteoporosi e, anche in questo caso, si tratta di modesta raccomandazione e di prove di bassa qualità. È opportuno anche monitorare la densità ossea durante il periodo di trattamento farmacologico di cinque anni nelle donne con osteoporosi.Infine, l’ACP raccomanda di non utilizzare la terapia con estrogeni e con estrogeni e progesterone in menopausa o raloxifene per il trattamento dell’osteoporosi femminile. Un’indicazione che rappresenta un cambiamento rispetto alle raccomandazioni del 2008.
Fonte: Annals Internal Medicine
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)