Ventre artificiale in via di sviluppo, nuova frontiera per i nati molto prematuri

(Reuters) – Gli scienziati statunitensi hanno sviluppato un ‘grembo’ artificiale costituito da una sacca piena di liquidi da utilizzare come dispositivo di supporto extra-uterino per i neonati estremamente prematuri. Questo strumento potrebbe migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza dei bambini. Negli studi pre-clinici eseguiti sugli agnelli e pubblicati su Nature Communications i ricercatori sono stati in grado di imitare l’ambiente materno e le funzioni della placenta, dando al neonato prematuro un’opportunità fondamentale per sviluppare i polmoni e altri organi.

La tecnologia
Si tratta di ‘camere’ riempite di fluidi che consentono di portare i piccoli fino alla soglia delle 28 settimane di vita. A partire da quel periodo le loro possibilità di sopravvivenza migliorano notevolmente. La squadra ha impiegato tre anni per sviluppare il sistema attraverso una serie di quattro prototipi – cominciando da un serbatoio stile incubatrice di vetro e finendo con la realizzazione della sacca riempita di fluidi.Sei agnelli nati pretermine, fisiologicamente equivalenti a un bambino di 23 o 24 settimane di gestazione, sono stati testati nel prototipo più recente riuscendo a crescere in un ambiente a temperatura controllata e quasi sterile. Gli scienziati hanno prodotto liquido amniotico in laboratorio e hanno fatto in modo che potesse circolare dentro e fuori dalla sacca artificiale. Lo sviluppo polmonare negli agnelli è molto simile a quello degli esseri umani, ha detto il fisiologo fetale Marcus Davey, che ha lavorato nel team di ricerca: “I polmoni fetali sono progettati per funzionare nei fluidi. Simulare questo ambiente permette ai polmoni e agli altri organi di svilupparsi fornendo nutrienti e fattori di crescita”. Il grembo artificiale non è dotato di pompa esterna per la circolazione perché anche una lieve pressione artificiale può sovraccaricare in modo fatale un cuore sottosviluppato, e non c’è neppure un ventilatore perché i polmoni immaturi non sono ancora pronti a respirare aria. Il cuore del bambino pompa sangue attraverso il cordone ombelicale in un ossigenatore a bassa resistenza che agisce come sostituto della placenta nello scambio di ossigeno e di anidride carbonica. Il team di Alan Flake, chirurgo specializzato presso l’Ospedale dei Bambini di Philadelphia, che ha guidato lo sviluppo del nuovo dispositivo, prevede di raffinare ulteriormente il sistema e di ridimensionarlo per i neonati umani, che sono circa un terzo delle dimensioni degli agnelli utilizzati nello studio.

I numeri
I bimbi prematuri nati tra le 23 e le 26 settimane di gestazione, in media pesano poco più di 500 grammi, i polmoni non sono in grado di respirare aria e i tassi di mortalità arrivano fino al 70%, inoltre, quelli che sopravvivono rischiano di affrontare disabilità per tutta la vita. “Questi neonati hanno urgentemente bisogno di un ponte tra il ventre materno e il mondo esterno – commenta Flake – Ci vorranno forse altri 10 anni, ma poi disporremo di un dispositivo in cui i bambini nati prematuramente avranno la possibilità di svilupparsi piuttosto che giacere in incubatrici che sono ventilate artificialmente. Questo sistema è potenzialmente superiore, e di molto, a quello che gli ospedali hanno attualmente a disposizione per un bambino di 23 settimane, potrebbe stabilire un nuovo standard di cura per questi pazienti”.

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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