E’ definita la terapia “da 4 volte l’anno” e promette di rivoluzionare il panorama delle cure della schizofrenia, malattia che colpisce circa 250mila persone in Italia, in età sempre più giovane. Delle nuove prospettive terapeutiche si è discusso a Firenze, in occasione del 25/mo Congresso dell’Associazione europea di psichiatria (Epa).
Di recente, affermano gli psichiatri, la cura delle psicosi è cambiata grazie all’avvento dei LAI (Long Acting Injectables) ovvero i farmaci a lunga durata d’azione iniettabili, che permettono intervalli di somministrazione più lunghi rispetto ai farmaci orali e grazie ai quali il paziente non è più condizionato dall’assunzione giornaliera della terapia. Oggi “l’orizzonte dei pazienti schizofrenici si allarga ulteriormente con l’arrivo della terapia trimestrale di paliperidone palmitato”, spiega Andrea Fagiolini, psichiatra all’Università di Siena.
“Una somministrazione limitata a sole 4 volte l’anno – sottolinea – è un vero ‘respiro di aria fresca’ per i pazienti e per gli stessi medici, sempre più liberi dal pensiero della terapia, della non aderenza e delle possibili ricadute. Con la nuova terapia trimestrale il periodo di durata farmacologica, infatti, triplica rispetto ai LAI già disponibili e moltiplica di almeno 90 volte rispetto alle terapie orali, aprendo in questo modo un’opportunità maggiore per recuperare le dinamiche sociali e ricostruire i legami affettivi. Il farmaco sarà prossimamente disponibile in Italia”.