(Reuters Health) – La rigidità arteriosa, fattore di rischio cardiovascolare strettamente legato a ipertensione e malattie delle arterie coronarie, è proporzionale alla quantità di alcool consumata. A rivelarlo uno studio made in Britain ubblicato sul giornale dell’American Heart Association.
Lo studio
La rigidità arteriosa è un importante indicatore di invecchiamento cardiovascolare, fortemente associata a malattia cardiovascolare e relativa mortalità. Per indagare il legame tra un prolungato consumo di alcool e la rigidità arteriosa, i ricercatori hanno utilizzato i dati relativi a quasi 4 mila impiegati del governo britannico reclutati per la prima volta tra il 1985 e il 1988. Quasi tre quarti erano uomini e la maggior parte erano bianchi. Ogni quattro-cinque anni, i partecipanti hanno riferito sulle loro abitudini legate al consumo di alcolici. Inoltre, a partire dal 2007-2009, sono stati sottoposti a ripetute misurazioni della velocità dell’onda di polso per valutare la rigidità arteriosa. Tra gli uomini è stato osservato un eccessivo consumo di alcool, decisamente superiore rispetto a quello del gentil sesso, dove l’ “eccesso” è stato definito come più di sette birre o bicchieri di vino a settimana o più di 14 bicchierini di liquore. Sempre negli uomini è stata osservata una più marcata rigidità arteriosa, sia durante la misurazione iniziale che nelle successive valutazioni. Inoltre, è stato osservato che ad un maggior consumo di alcool corrispondeva una più elevata rigidità arteriosa. Al follow-up, coloro che un tempo erano stati grandi bevitori mostravano incrementi più decisi della rigidità arteriosa rispetto a chi aveva sempre bevuto moderatamente. Di fatto, anche se tutti i gruppi hanno di fatto registrato un aumento della rigidità arteriosa nel tempo, quello dei grandi bevitori è stato l’unico a registrare un cambiamento così accelerato.
Journal of the American Heart Association 2017.
Madeline Kennedy
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)