(Reuters Health) – Secondo la U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF) mancano prove per raccomandare a tutti uno screening per l’apnea ostruttiva del sonno. I dati del 1990 suggeriscono che circa una su 10 persone negli Stati Uniti soffre di una lieve apnea ostruttiva del sonno, mentre circa il 4-7% delle persone hanno forme più gravi di questa malattia, correlata a patologie cardiovascolari e all’aumento dei tassi di obesità.
La revisione della letteratura
Per verificare se vi sono prove che supportino uno screening di popolazione per l’apnea ostruttiva del sonno, la USPSTF ha commissionato una revisione sistematica della letteratura scientifica sul tema. Per prima cosa si è evidenziato che nessuno studio ha preso in considerazione se l’utilizzo di questionari per lo screening del disturbo abbia portato o meno a cambiamenti nella salute dei partecipanti. Per ciò che riguarda poi le persone trattate per l’apnea ostruttiva del sonno, con la ventilazione a pressione positiva continua (CPAP) e con dispositivi mandibolari, si può affermare che abbiano mostrato qualche miglioramento nella pressione sanguigna, nella sonnolenza diurna e nella gravità dei sintomi della loro malattia. Tuttavia non è ancora noto se questi benefici si possano rilevare anche nelle persone senza sintomi eclatanti della malattia. Per quanto riguarda i danni, non risultano evidenze che la terapia CPAP e i dispositivi di avanzamento mandibolare possano provocare secchezza nasale, epistassi, secrezioni mucose degli occhi o irritazioni cutanee e disagio.
Fonte: JAMA 2017
Andrew M. Seaman
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)