La salute in rete la fa da padrone. L’88% degli italiani infatti cerca informazioni su Google e si affida alle prime pagine uscite dopo la ricerca senza badare troppo all’attendibilità della fonte. Ad affermarlo è un sondaggio commissionato da IBSA Foundation per il workshop che si è svolto a Roma “E- Health: Tra bufale e verità: Le Due Facce Della Salute In Rete” promosso insieme con Cittadinanzattiva.
I risultati del sondaggio
Dai dati presentati emerge che gli intervistati tra i 24 e i 34 anni utilizzano intensamente il web come “supporto” delle loro ricerche ma sono più diffidenti rispetto ai 45-54enni. Diffidenti a priori (usano poco il web e lo percepiscono come fonte “ad alto rischio”) sono invece gli ultra 65enni.
Scarsa anche l’attenzione verso le fonti: il 44% si affida per abitudine ai primi risultati della pagina con una differenza rilevante tra i 18-24enni (55% del campione) e gli ultra 65enni (appena 22,7%). “E’ soprattutto quando il cittadino è a caccia di informazioni sulla salute sul web – illustra Antonio Gaudioso, Segretario Generale Cittadinanzattiva – e l’indagine ci mostra che accade sempre più spesso, che le nozioni di base diventano l’unica “arma” per difendersi da informazioni parziali o scorrette”.
L’evento è stato l’occasione per presentare un vero e proprio decalogo per difendersi dalle bufale sul web, che le associazioni di pazienti metteranno a disposizione sui propri siti, la cui prima regola fondamentale è proprio ‘occhio alle fonti’. Fra gli altri consigli anche non vergognarsi di chiedere al medico di ripetere, farsi accompagnare da qualcuno nelle visite più importanti, capire a cosa servono i farmaci che si prendono e diffidare dai siti che dicono come curarsi ma confrontarsi con un professionista da cui ricevere informazioni e le cure adatte.
google Castleski / Shutterstock.com