Il viaggio alla scoperta di cure alle malattie del cervello verrà presentato all’Università Cattolica di Roma (meeting internazionale sul connettoma del cervello umano – Updates on Human Brain Connectome: from Physiology to Diseases). Signore e signori ecco la nuova frontiera del ‘connettoma’, le mappe delle connessioni neurali che collegano le diverse aree del cervello e le ‘fanno parlare’.
In futuro, la ‘manipolazione’ di tali connessioni potrebbe aiutare a curare malattie come l’Alzheimer, il Parkinson o l’ictus, spiega Paolo Maria Rossini, direttore dell’Istituto di Neurologia dell’UCSC. Per connettività cerebrale, continua, si intendono le vie di comunicazione tra neuroni e gruppi di neuroni. La connettività studia la topografia e l’organizzazione di questi collegamenti che sono dinamici, cioè cambiano istante per istante per collegare due o più gruppi neuronali necessari per un certo compito (motorio, emozionale, di memorizzazione etc).
Questi collegamenti cambiano quindi con una velocità stratosferica misurabile in millesimi di secondo anche se alcuni sono destinati a divenire fissi, stabili nel tempo. Il cervello lavora solo grazie alle connessioni e quando è danneggiato perde connessioni; il recupero dei danni neurali passa dunque anche attraverso la ricostruzione anche solo parziale delle connessioni perse. “Insomma lo studio della connettività sarà la metodica di base della neurologia del prossimo futuro”, sottolinea Rossini. Le applicazioni sono amplissime, anomalie della connettività neurale, infatti, sono legate a tante malattie; più in generale non esiste una malattia del cervello che non abbia alla sua base una modifica patologica della connettività.