Un batterio in grado di produrre composti di silicio e carbonio fin ora realizzati solo chimicamente e utilizzati nei settori più disparati, dal farmaceutico all’elettronica. Descritto su Science, il batterio è stato ottenuto dal gruppo coordinato da Frances Arnold, del California Institute of Technology (Caltech).
La scoperta ha moltissime applicazioni perché composti di silicio e carbonio sono presenti in molti farmaci, ma anche in tantissimi altri prodotti, comprese vernici, semiconduttori e schermi di computer e di Tv. Attualmente, queste molecole sono prodotte dall’industria chimica. Produrle in modo naturale significa aver trovato un’alternativa più rispettosa dell’ambiente e potenzialmente meno costosa. Il processo industriale infatti utilizza metalli preziosi e solventi tossici e produce anche sottoprodotti indesiderati. Il batterio invece produce queste molecole senza sottoprodotti tossici, a temperatura ambiente ed in acqua, basta solo nutrirlo con cibi che contengono i mattoni di questi elementi.
I ricercatori sono partiti da un batterio che vive nelle sorgenti di acqua calda in Islanda, chiamato Rhodothermus marinus, che ha una proteina che normalmente trasporta gli
elettroni ad altre proteine, e di tanto in tanto produce anche molecole di silicio e carbonio. Ma, invece di utilizzare direttamente questo batterio, i ricercatori hanno individuato nel suo Dna il gene che produce la proteina e lo hanno inserito nel Dna di un altro batterio, l’Escherichia coli. Tuttavia il batterio modificato geneticamente non si è rivelato molto efficiente nella produzione del composto si silicio e carbonio.
Così i ricercatori hanno modificato anche la proteina per farla diventare più efficace e hanno selezionato i batteri che hanno mostrato un miglioramento. Poche generazioni sono state sufficienti per migliorare i rendimenti, battendo quelli dei catalizzatori artificiali usati dall’industria per produrre il composto.