(Reuters Health) – Secondo uno studio statunitense, il sistema di rilascio di insulina a circuito interamente chiuso – che già si è dimostrato efficace in pazienti con diabete di tipo 1 – è altrettanto in quelli con diabete di tipo 2 ricoverati in una struttura ospedaliera.”Il cosiddetto pancreas artificiale monitora i livelli di glicemia e aumenta o riduce conseguentemente il rilascio di insulina, avvicinandosi al funzionamento di un pancreas sano”, scrivono i ricercatori su The Lancet Diabetes and Endocrinology.
Lo studio
I ricercatori hanno arruolato 40 adulti con diabete di tipo 2, in terapia insulinica nei reparti di medicina generale dell’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge. La metà ha ricevuto l’insulina tramite un sistema a circuito chiuso, l’altra metà si è sottoposta alle iniezioni tradizionali per tre giorni. Il pancreas artificiale contiene un sensore della glicemia inserito sottopelle, che effettua rilevamenti ogni 1-10 minuti e usa le informazioni per determinare quanta insulina rilasciare. I pazienti con pancreas artificiale hanno trascorso circa il 60% dei tre giorni di studio nel range glicemico target, rispetto a una media del 38% nel gruppo di controllo. Non si sono verificati episodi di severa iperglicemia o ipoglicemia, né altri eventi avversi legati ai dispositivi nei due gruppi. “Attualmente usiamo il sistema a circuito chiuso in persone con diabete di tipo 2 ricoverate”, ha spiegato Roman Hovorka dei Metabolic Research Laboratories dell’Università di Cambridge, principale autore dello studio. “Il controllo della glicemia in ospedale spesso non è ottimale e il nostro scopo è migliorarlo mentre le persone sono ricoverate per vari motivi, tra cui il trattamento delle complicazioni del diabete”.
Fonte: Lancet Diabetes and Endocrinology 2016
Kathryne Doyle
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)