Che sia giorno o che sia notte, che sia veglia o che sia sonno, il meccanismo che permette di orientarsi nello spazio non smette mai di lavorare. Secondo lo studio condotto su topi dal gruppo di ricercatori di Adrien Peyrache dell’Università di New York, pubblicato su Nature Neroscience, il Gps del cervello continua imperterrito la sua “attività elettrica” senza fermarsi mai.
Questo vuol dire che il cervello non aspetta di ricevere passivamente input sensoriali, bensì li cerca attivamente. I ricercatori hanno scoperto che durante la veglia, i “neuroni Gps” aumentano la loro attività elettrica quando la testa dell’animale è rivolta verso una specifica direzione e che durante la fase REM quest’attività non cessa. Questo è possibile grazie ai sensori periferici che amplificano la percezione del segnale e continuano a codificare virtualmente la direzione anche durante il sonno.
Tali importanti sviluppi sul meccanismo di orientamento, che valse il premio Nobel per la medicina 2014 a John O’Keefe, May-Britt ed Edvard Moser, aiuteranno a meglio comprendere i sintomi dell’Alzheimer e di altre malattie neurologiche.